La Terra di Mezzo, o Là e Ritorno

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Titolo originale:

Middle-earth, or There and Back Again

Contenuto del libro:

Il mondo dell'immaginazione di Tolkien è un universo virtualmente sconfinato, in cui molteplici strati di eredità culturale ruotano attorno alla sua duratura passione per la narrazione, al fascino delle lingue e alla devozione per la fede cattolica. In effetti, gran parte della sua narrativa è un miscuglio eclettico, ma allo stesso tempo straordinariamente coerente, in cui alcuni elementi della vecchia tradizione sembrano essere costantemente reinventati, reimmaginati e reinterpretati per soddisfare i gusti dei lettori e degli ascoltatori del professore. Si tratta di una costante mediazione tra il mondo del passato (antico, medievale o altro) e il mondo in cui egli vive, un dialogo informato e tinto dalle convinzioni e dalle credenze personali dello scrittore.

Fin dagli albori della ricerca su Tolkien, la maggior parte delle discussioni accademiche serie sulle sue opere e sulle sue idee ha messo in gioco proprio questo dialogo, un viaggio spesso ripetuto, avanti e indietro (proprio come la ricerca di Bilbo ne Lo Hobbit), tra la Terra di Mezzo di Tolkien e gli altri regni dell'immaginazione umana, principalmente, anche se non esclusivamente, situati ai margini nord-occidentali del continente europeo. È proprio questo tipo di viaggio (o, piuttosto, di viaggi), periglioso e pieno di insidie, che il lettore intraprenderà nel presente libro, guidato da un gruppo di sei autori polacchi, studiosi i cui interessi accademici (oltre a Tolkien) sono ampi e variegati, spaziando dall'antichità greca all'epoca della regina Vittoria.

E così, verso la Terra di Mezzo o, piuttosto, lì e poi di nuovo, ci addentriamo in questi molteplici strati della narrativa di Tolkien alla ricerca di alcune delle principali fonti della sua ispirazione letteraria. In questo modo, potremmo osservare i processi di costruzione del mondo di Tolkien al lavoro e, andando e tornando, intravedere ciò che, nel suo saggio "Sulle storie di fate", lo scrittore stesso definiva "formare immagini mentali di cose non realmente presenti".