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Il libro “La religione come critica: Islamic Critical Thinking from Mecca to the Marketplace” di Ahmad sfida la visione convenzionale dell'Islam come privo di pensiero critico. Sostiene che la critica è insita in varie tradizioni religiose e sottolinea in particolare il ruolo dei musulmani comuni in questo discorso. Il libro offre un'analisi stimolante di come l'Islam interagisca con i concetti di critica, ragione e filosofia illuminista, ponendo la religione come un potente agente di critica piuttosto che un semplice oggetto di essa.
Vantaggi:Il libro è ben scritto e intellettualmente stimolante, presentando argomenti convincenti che provocano la riflessione. Affronta temi importanti negli studi islamici, nell'antropologia e nella filosofia. L'autore attinge a una ricca varietà di fonti, comprese quelle etnografiche e letterarie, e mostra la critica come pratica tra i musulmani comuni. Lo stile di scrittura è piacevole, con intrecci lirici e battute di spirito.
Svantaggi:Alcuni lettori potrebbero trovare discutibile la scelta degli attori della critica, o non essere d'accordo con l'interpretazione di figure e temi storici. Alcuni potrebbero aspettarsi che la discussione prenda in considerazione anche le complessità o le critiche agli argomenti presentati.
(basato su 2 recensioni dei lettori)
Religion as Critique: Islamic Critical Thinking from Mecca to the Marketplace
Irfan Ahmad sostiene che i sistemi e le modalità di autocritica e di critica degli altri sono intrinseci all'Islam, anzi, la critica è parte integrante dei suoi principi e delle sue pratiche fondamentali.
Sfidando la visione comune dell'Islam come ostile al pensiero critico, Ahmad delinea le fiorenti tradizioni di critica nella cultura islamica, concentrandosi in gran parte sulle tradizioni dell'Asia meridionale. Ahmad interroga le nozioni greche e illuministiche di ragione e di critica e osserva come esse siano invocate in relazione ad altri, compresi i musulmani.
Tracciando una genealogia alternativa della critica nell'Islam, Ahmad legge gli insegnamenti e i testi religiosi, attingendo a fonti in hindi, urdu, farsi e inglese, e dimostra come essi fungano da espressioni di critica. In tutto ciò, egli ritrae l'Islam come un agente, non un oggetto, della critica. Su un piano più ampio, Ahmad espande l'idea stessa di critica.
Basandosi sul suo lavoro sul campo tra gli ambulanti dei mercati di Delhi e Aligarh, costruisce antropologicamente la critica come attività socioculturale nella vita quotidiana dei musulmani comuni, al di là del mondo degli intellettuali. Religion as Critique lascia spazio a nuove considerazioni teoriche sulla modernità e sul cambiamento, affrontando questioni importanti come la nazione, l'uguaglianza delle donne, lo Stato, la cultura, la democrazia e il secolarismo.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)