La psicopolitica della moda: Conflitto e coraggio nell'attuale stato della moda

Titolo originale:

The Psychopolitics of Fashion: Conflict and Courage Under the Current State of Fashion

Contenuto del libro:

E se la moda fosse uno Stato? Che tipo di Stato sarebbe? Probabilmente non una democrazia. Otto von Busch vede la moda come uno Stato totalitario, con una popolazione fin troppo desiderosa di applicare i decreti della sua superiorità estetica. I coetanei si sorvegliano a vicenda e mettono in atto atti di giudizio, di regolazione tra pari e di micro-violenza per sostenere l'ordine estetico della supremazia della moda.

Utilizzando quattro progetti di design come strumenti di indagine, Von Busch esplora i desideri seduttivi dell'invidia e della violenza all'interno della moda attingendo alle teorie politiche. Propone che i conflitti violenti della moda non avvengano solo in aridi campi di cotone o in fabbriche al collasso, ma nella pratica quotidiana di vestirsi, nei giudizi, negli sberleffi e nei rifiuti degli altri. In effetti, egli suggerisce che i sentimenti di inclusione e adorazione sono ciò che ci fa provare il piacere di essere alla moda, di essere seducenti, popolari e potenti.

Esplorando le emozioni contrastanti associate alla moda, Von Busch sostiene che, mentre lo stato attuale della moda è generato dalla paura, la Psicopolitica della moda può offrire modalità costruttive di mitigazione e resistenza. Attraverso progetti che lavorano attivamente per disarmare le pratiche violente del vestire, Von Busch suggerisce percorsi verso un'esperienza più coinvolgente e significativa della moda che chiama "moda profonda". ".