Punteggio:
Il libro di Sonia Shah esplora i temi della migrazione, sottolineandone la naturalezza e la necessità per tutte le specie, compresi gli esseri umani. Sfida le concezioni storiche errate sulle migrazioni ed esamina i fattori antropici che determinano gli spostamenti umani, offrendo approfondimenti sulla storia e sulle implicazioni delle migrazioni. Tuttavia, alcuni lettori si sono sentiti fuorviati dal titolo e hanno cercato previsioni più dirette sulle migrazioni future dovute ai cambiamenti climatici.
Vantaggi:Il libro è ben studiato, stimolante e ben scritto, e fornisce uno sguardo completo sulle migrazioni tra le specie. Mette in discussione i punti di vista esistenti, offre un contesto storico e sottolinea l'importanza delle migrazioni sia in ambito ecologico che umano. Molti lettori hanno trovato il libro interessante e istruttivo, con esempi significativi di migrazioni animali e umane.
Svantaggi:Alcuni lettori sono rimasti delusi dal fatto che il libro non si concentri abbastanza sulle migrazioni future legate ai cambiamenti climatici, come suggerisce il titolo. Ci sono state lamentele per la mancanza di chiarezza riguardo allo scopo e all'intento del libro, con alcuni che sostengono che confonde la migrazione con la dispersione unidirezionale. Inoltre, alcune critiche hanno evidenziato difetti percepiti nel contenuto scientifico e semplificazioni eccessive nel confronto tra migrazioni organiche e movimenti umani.
(basato su 34 recensioni dei lettori)
The Next Great Migration: The Beauty and Terror of Life on the Move
Finalista per il premio PEN/E. O. Wilson Literary Science Writing Award 2021
Miglior libro di scienza e tecnologia del 2020 del Library Journal
Miglior libro di saggistica del 2020 del Publishers Weekly.
Semifinalista del Goodreads Choice Award 2020 in Scienza e tecnologia.
Un giornalista pluripremiato mette a soqquadro i nostri presupposti secolari sulla migrazione attraverso la scienza, la storia e la cronaca, prevedendo il suo potere salvifico di fronte al cambiamento climatico.
Oggi le notizie sono piene di storie di persone dislocate e in movimento. Anche le specie selvatiche stanno sfuggendo al riscaldamento dei mari e alle terre disseccate, strisciando, nuotando e volando in un esodo di massa dai loro habitat passati. I media presentano questo sconvolgimento dei modelli migratori del pianeta come senza precedenti, provocando timori di diffusione di malattie e conflitti e ondate di ansia in tutto il mondo occidentale. Su entrambe le sponde dell'Atlantico, gli esperti emettono previsioni allarmate di milioni di stranieri invasori, inarrestabili come uno tsunami che avanza, e i Paesi rispondono eleggendo leader anti-immigrazione che sbattono le frontiere chiuse, storicamente porose.
Ma la scienza e la storia della migrazione negli animali, nelle piante e negli esseri umani raccontano una storia diversa. Lungi dall'essere un comportamento dirompente da reprimere a ogni costo, la migrazione è una risposta antica e salvavita ai cambiamenti ambientali, un imperativo biologico necessario come la respirazione. I cambiamenti climatici hanno innescato le prime migrazioni umane dall'Africa. L'abbassamento del livello del mare ci ha permesso di attraversare il Mare di Bering. Senza l'ostacolo del filo spinato, la migrazione ha permesso ai nostri antenati di esplorare il pianeta, catapultandoci nelle zone più alte dell'Himalaya e nelle isole più remote del Pacifico, creando e diffondendo la diversità biologica, culturale e sociale da cui dipendono gli ecosistemi e le società. In altre parole, la migrazione non è la crisi, ma la soluzione.
Tracciando in modo conclusivo la storia della disinformazione dal XVIII secolo fino alle odierne politiche anti-immigrazione, "La prossima grande migrazione" propone un futuro in cui la migrazione non sia fonte di paura, ma di speranza.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)