La pratica della storia: La sofferenza e le possibilità di redenzione

Titolo originale:

The Practice of Story: Suffering and the Possibilities of Redemption

Contenuto del libro:

La grammatica della redenzione cristiana non può vivere solo nel futuro. Nonostante la fiducia negli effetti della risurrezione di Gesù nel presente, i cristiani sono tentati di rappresentare la salvezza come una realizzazione futura, piuttosto che come una realtà presente. Senza dubbio questa mancanza è ben fondata, perché la maggior parte dei cristiani sa fin troppo bene che il potere del passato - in particolare della sofferenza passata - modella il presente.

Ma come sostiene Mindy Makant in The Practice of Story: Suffering and the Possibilities of Redemption, questo riserbo può cedere troppo alla sofferenza e concedere troppo poco alla redenzione. Makant ammette gli orrori della sofferenza: che la sofferenza danneggia e distrugge, che la sofferenza passata rende incapaci di vivere nel presente e che una sofferenza profonda può rendere del tutto impossibile immaginare un futuro.

Eppure, proprio nel mezzo di questa impossibilità, Makant mostra come la sofferenza, anche quella estrema e profonda, non abbia l'ultima parola. L'ultima parola spetta a Dio. La storia della sofferenza non è il racconto che la definisce. La redenzione ha il potere ultimo di plasmare l'identità umana. Dio ha dato alla Chiesa dei doni - pratiche ecclesiali specifiche - necessari per testimoniare la storia dell'attività redentrice di Dio nel mondo. Queste pratiche costituiscono le pratiche della storia. Esse riordinano la vita dei cristiani e rendono presente la redenzione futura nonostante il potere distruttivo del passato.