Punteggio:
Il libro “The Pity of War” di Niall Ferguson offre una controversa rivalutazione delle cause della Prima Guerra Mondiale, sostenendo principalmente che la decisione della Gran Bretagna di entrare in guerra trasformò un conflitto continentale in uno globale. A sostegno delle sue affermazioni applica una grande quantità di analisi statistiche e di documentazione storica, stimolando l'interesse e il dibattito dei lettori. Molti hanno trovato il libro ben studiato e intellettualmente stimolante, mentre altri lo hanno criticato per il suo stile denso e per il forte ricorso ai dati.
Vantaggi:⬤ Ben scritto ed erudito, fornisce approfondimenti sugli eventi storici.
⬤ Offre una prospettiva unica che sfida la saggezza convenzionale sulle cause della Prima guerra mondiale.
⬤ Ricerche e documentazioni approfondite creano un'argomentazione solida.
⬤ Promuove il pensiero critico e le discussioni sulle narrazioni storiche.
⬤ Coinvolgente per i lettori interessati alla storia, all'economia e all'analisi politica.
⬤ Lo stile denso e complesso può rendere difficile la digestione per i lettori generici.
⬤ Il forte ricorso a statistiche e dati può risultare a volte eccessivo.
⬤ Alcuni lettori potrebbero non essere d'accordo con le conclusioni controverse di Ferguson.
⬤ Le critiche al libro includono la mancanza di attenzione ai contesti politici e sociali più ampi che circondano la guerra.
⬤ Alcune argomentazioni possono sembrare ripetitive o circolari ad alcuni lettori.
(basato su 87 recensioni dei lettori)
The Pity of War: Explaining World War I (Revised)
Da uno storico bestseller, una storia audacemente revisionista della Prima Guerra Mondiale.
The Pity of War avanza una tesi semplice e provocatoria: l'atrocità umana nota come Grande Guerra fu interamente colpa dell'Inghilterra. Secondo Niall Ferguson, l'Inghilterra entrò in guerra sulla base di ingenue supposizioni sugli obiettivi tedeschi, trasformando così un conflitto continentale in una guerra mondiale, che poi gestì malamente, rendendo necessario il coinvolgimento americano. La guerra non era inevitabile, sostiene Ferguson, ma piuttosto il risultato delle decisioni sbagliate di individui che in seguito avrebbero affermato di essere in preda a enormi forze impersonali.
Che la guerra sia stata malvagia, orribile e disumana è ricordato in parte dalla poesia di uomini come Wilfred Owen e Siegfried Sassoon, ma anche dalle fredde statistiche. Infatti, sono stati uccisi più soldati britannici nel primo giorno della battaglia della Somme che americani nella guerra del Vietnam. Eppure, come scrive Ferguson, mentre la guerra in sé fu una disastrosa follia, la grande maggioranza degli uomini che la combatterono lo fece con poca riluttanza e con un certo entusiasmo. Per chiunque voglia capire perché si combattono le guerre, perché gli uomini sono disposti a combatterle e perché il mondo è come è oggi, non c'è guida più lucida e stimolante di quella di Niall Ferguson The Pity of War.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)