La moschea della nostalgia

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Titolo originale:

Homesick Mosque

Contenuto del libro:

Mentre camminava sul sentiero in penombra accanto all'asino che trasportava Zarin, Musa rifletteva sul suo nuovo destino. In lontananza, le alte montagne scure si ergevano con le loro cime frastagliate, bucando il cielo blu-nero.

Con una nuova tristezza, Musa rifletté sul fatto che, sul versante iraniano di quelle stesse alture, anche la città dove era nato, si era sposato e aveva avuto problemi con la polizia segreta si stava svegliando per un nuovo giorno. Pensava che, per gli anni a venire, probabilmente fino alla morte, avrebbe sentito la mancanza di quel luogo e della sua gente, mentre si sarebbe spostato più lontano, in direzione opposta, con altre montagne e oceani in mezzo, per separarsi dalla sua casa. Mentre salivano su una collina, Musa si fermò a osservare un gruppo di case di fango in un villaggio simile a un alveare, circondato da macchie di campi di grano e orzo marrone, più avanti.

Al suo fianco, l'asino, con la testa abbassata e le perline tintinnanti, sbatteva le lunghe ciglia per tenere lontane le mosche invisibili. Gli alti platani, con le cime toccate dal sole splendente, si ergevano solidi come un muro.

Da qualche parte nell'alba immobile, un uomo da un minareto invisibile chiamava i fedeli a pregare. Una coppia di upupe volò sopra le loro teste, dirigendosi a est verso le alte colline.

Musa li osservò con un improvviso desiderio. Estratti da Il becchino.