La morte

Titolo originale:

Death

Contenuto del libro:

"Nelle sue linee rinfrescanti e pulite Goodwin combina l'umorismo e l'osservazione ravvicinata con la speranza per un futuro che inevitabilmente comporta la partenza da questa vita terrena".

- Sevak Edward Gulbekian, autore di Nel ventre della bestia.

"Le poesie di Manning Goodwin sono meditazioni penetranti sui dilemmi della vita quotidiana moderna con un fondamento spirituale profondamente sentito. Affrontano filosoficamente, con onestà e arguzia, la dicotomia tra turbolenza interiore e superficie quotidiana soddisfatta".

- Nomi Rowe, autrice di In Celebration of Cecil Collins: Visionary Artist and Educator.

"La raccolta di Goodwin si legge come un memoir sulla mortalità, portandoci all'interno di uno spazio liminale dove vignette di vita quotidiana - leggere, far riparare la caldaia - si mescolano a Cicerone e al salmone, ai fichi avvelenati, alle miniere d'oro, ai pony afghani e ai mari cinesi.

Fin dall'incipit, "Ricordi di persone scomparse", la scrittura di Manning è tanto urgente quanto onirica; la morte, come i "ragazzi col berretto", non è mai lontana dai pensieri del poeta, che oscilla dolcemente tra accettazione, umorismo e pensieri sull'aldilà, intrisi a volte di uno struggente fatalismo ("Mi hanno tolto la fiamma eppure mi hanno lasciato vivere").

In una poesia, scrive di aver commesso un errore nel pianificare la sua lapide ("un cinque invece di venticinque, tagliando così una ventina d'anni"), mentre il suo studio sulla pianta della belladonna intreccia storie antiche con le difficoltà dei cuori moderni. Le poesie scorrono attorno a strutture gentili; i forti ritmi giambici sono particolarmente efficaci in "Sockeye Salmon" ("We jump the falls that thunder down /We feed both bear and man, surviving"). Un dialogo con la morte, in cui ogni parola sembra caldamente e volutamente viva".

- Holly Dawson, scrittrice e redattrice.