La macchina dell'antipolitica: Sviluppo, depoliticizzazione e potere burocratico in Lesotho

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Titolo originale:

Anti-Politics Machine: Development, Depoliticization, and Bureaucratic Power in Lesotho

Contenuto del libro:

Lo sviluppo, si presume generalmente, è buono e necessario, e in suo nome l'Occidente è intervenuto, realizzando ogni sorta di progetto nelle regioni impoverite del mondo. Quando questi progetti falliscono, come accade con sorprendente regolarità, producono comunque una serie di effetti regolari e non riconosciuti, tra cui l'espansione del potere statale burocratico e la traduzione delle realtà politiche della povertà e dell'impotenza in problemi "tecnici" che attendono di essere risolti da agenzie ed esperti di "sviluppo".

È l'intelligibilità politica di questi effetti, insieme al processo che li produce, che questo libro cerca di illuminare attraverso uno studio dettagliato del funzionamento dell'industria dello "sviluppo" in un Paese, il Lesotho, e in un progetto di "sviluppo". Utilizzando un approccio antropologico fondato sul lavoro di Foucault, James Ferguson analizza il quadro istituzionale all'interno del quale tali progetti vengono realizzati e la natura del "discorso sullo sviluppo", rivelando come, nonostante tutta la "competenza" che viene impiegata nella formulazione dei progetti di sviluppo, questi ultimi dimostrino spesso una sorprendente ignoranza delle realtà storiche e politiche del luogo che intendono aiutare.

Esaminando da vicino il tentativo di implementazione del progetto Thaba-Tseka in Lesotho, Ferguson mostra come questo approccio erroneo si traduca in realtà, come l'apparato di "sviluppo" in Lesotho agisca come una "macchina anti-politica", facendo scomparire dalla vista le realtà politiche e svolgendo nel contempo, quasi inosservato, la propria operazione preminentemente politica di rafforzamento della presenza dello Stato nella regione locale. James Ferguson è professore associato di antropologia presso l'Università della California a Irvine.