La disciplina della soggettività: Un saggio su Montaigne

Titolo originale:

The Discipline of Subjectivity: An Essay on Montaigne

Contenuto del libro:

Attraverso un'interpretazione della visione filosofica di Montaigne espressa nei suoi Saggi, Ermanno Bencivenga contribuisce all'attuale dibattito sulla morte del soggetto sviluppando una visione del sé come progetto di costruzione continua piuttosto che come fonte e fondamento della conoscenza. Quest'ultima concezione cartesiana dell'autocoscienza come punto di partenza logico ed epistemologico è, sostiene Bencivenga, illusoria: la certezza che fornisce è più simile alla fede che a uno stato cognitivo. Come si acquisisce allora la conoscenza di sé? Montaigne rappresenta un caso di studio produttivo a questo proposito: egli dichiara che lui stesso è la materia del suo libro e che nient'altro che la costituzione del suo io è il suo lavoro. Lo studio di Montaigne rivela che la categoria fondamentale mancante nella concezione cartesiana del sé è quella dello sforzo pratico. L'io non è un'entità già pronta, disponibile per l'ispezione e l'analisi, ma qualcosa la cui generazione richiede esercizio, allenamento e disciplina. È il risultato di un'operazione che deve essere eseguita non solo una volta, ma, come in tutti gli allenamenti, più e più volte finché non diventa una seconda natura. Bencivenga caratterizza il particolare addestramento richiesto dal progetto di costituzione di un soggetto come rivoluzionario, trasgressivo, critico, che condivide con l'attività filosofica una profonda irrilevanza ludica rispetto all'esistente.

Pubblicato originariamente nel 1990.

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