La Cina di Washington: Il mondo della sicurezza nazionale, la guerra fredda e le origini del globalismo

Punteggio:   (4,5 su 5)

La Cina di Washington: Il mondo della sicurezza nazionale, la guerra fredda e le origini del globalismo (L. Peck James)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Le recensioni evidenziano un mix di forti approvazioni e prospettive critiche sul libro. Mentre un recensore lo ritiene una lettura essenziale per comprendere le dinamiche di potere e la segretezza all'interno del governo degli Stati Uniti, l'altro esprime incertezza sulla chiarezza delle argomentazioni dell'autore e rileva alcune lacune storiche.

Vantaggi:

Altamente raccomandato per i suoi approfondimenti sulle dinamiche di potere e sui problemi di trasparenza degli Stati Uniti
offre una prospettiva storica sulla politica estera americana
ben documentata con citazioni di importanti diplomatici.

Svantaggi:

Secondo alcuni lettori, manca di un'argomentazione chiara
Manca di eventi storici importanti come il riavvicinamento di Nixon alla Cina
Alcuni potrebbero desiderare un maggiore approfondimento.

(basato su 2 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Washington's China: The National Security World, the Cold War, and the Origins of Globalism

Contenuto del libro:

Questo libro affronta una questione centrale della Guerra Fredda che non è mai stata adeguatamente risolta.

Perché gli Stati Uniti hanno fatto di tutto non solo per “contenere” la Repubblica Popolare Cinese, ma anche per isolarla da tutti i legami diplomatici, culturali ed economici con le altre nazioni? Perché, in altre parole, la politica americana è stata più ostile alla Cina che all'Unione Sovietica, almeno fino alla visita del Presidente Nixon in Cina nel 1972? La risposta, come viene qui illustrata, risiede nel timore dell'emergere della Cina come potenza in grado di sfidare il nuovo ordine asiatico che gli Stati Uniti avevano cercato di plasmare all'indomani della Seconda guerra mondiale. Per far fronte a questa minaccia, i politici americani hanno elaborato un'ideologia che non fosse semplicemente o esclusivamente anticomunista, ma che mirasse alla creazione di un capitalismo mondiale integrato e cooperativo sotto la guida degli Stati Uniti: un'ideologia, insomma, progettata per sopravvivere alla guerra fredda.

Nel costruire la sua argomentazione, James Peck si basa su un'ampia gamma di documenti poco conosciuti provenienti dagli archivi del Consiglio di Sicurezza Nazionale e della CIA. Egli mostra come i funzionari americani considerassero inizialmente la Cina come “fantoccio” dell'Unione Sovietica, poi come “junior partner indipendente” in un blocco sino-sovietico e infine come “modello rivoluzionario” e sponsor di rivolte sociali nel Terzo Mondo. Ognuno di questi costrutti ha rivelato più le percezioni e le priorità strategiche degli Stati Uniti che i reali cambiamenti nel pensiero e nella condotta cinese.

Tutti si basavano sul presupposto che la Cina rappresentasse una minaccia diretta non solo per gli interessi e gli obiettivi specifici degli Stati Uniti all'estero, ma anche per la visione più ampia di un nuovo ordine globale dominato dal potere economico e militare americano. Sebbene la natura della "Cina di Washington" possa essere cambiata nel corso degli anni, Peck sostiene che l'ideologia che la sottende rimane immutata, anche oggi.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781558495371
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2006
Numero di pagine:368

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)