La bufala della creatività: Il lavoro precario e la Gig Economy

Titolo originale:

The Creativity Hoax: Precarious Work and the Gig Economy

Contenuto del libro:

Politici, educatori e dirigenti d'azienda dicono spesso ai giovani che devono sviluppare le loro capacità creative per essere pronti per la nuova economia. Un numero enorme di giovani che abbandonano la scuola si iscrive a corsi di media, comunicazione, arti creative e dello spettacolo, ma pochi riusciranno a intraprendere le carriere creative a cui aspirano.

Le grandi città sono piene di artisti, designer, produttori e scrittori che non riescono a vivere della loro arte. Si dice che le loro abilità creative siano trasferibili, ma c'è poco lavoro disponibile al di fuori della vendita al dettaglio, dei servizi e dell'ospitalità. Gli attori possono utilizzare le loro capacità vendendo piani telefonici, assicurazioni o spazi pubblicitari dai call center, ma di solito lo fanno con riluttanza.

La maggior parte delle persone che lavorano nelle “industrie creative” lavorano come dipendenti o freelance poco pagati, o come stagisti non retribuiti. Sopportano lo sfruttamento per poter fare ciò che amano.

The Creativity Hoax sostiene che in questo ambiente individualistico e competitivo, gli aspiranti creativi provenienti da contesti poveri e minoritari sono i più vulnerabili e precari. Sebbene i governi occidentali sottolineino l'importanza della cultura e della conoscenza per il rinnovamento economico, pochi investono nel sostegno e nelle infrastrutture che consentirebbero agli aspiranti creativi di sfruttare al meglio le loro capacità.