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Modernity's Ear: Listening to Race and Gender in World Music
All'interno dell'industria musicale globale e delle ipotesi razziali e di genere che facciamo su ciò che ascoltiamo.
Temendo la rapida scomparsa delle culture indigene, gli etnografi americani del XX secolo si rivolsero al fonografo per salvare le lingue e le pratiche musicali native. Tra questi primi “acchiappacanzoni” spiccavano le donne bianche di classe agiata, simili alle consumatrici prese di mira dall'industria musicale quando il grammofono divenne sempre più presente nelle case borghesi. Attraverso questi movimenti simultanei, l'ascolto è stato costruito come una pratica femminilizzata, che desiderava suoni esotici e mitizzava l'“altro” che li produceva.
In Modernity's Ear, Roshanak Kheshti esamina i modi in cui i suoni razziali e di genere sono stati feticizzati e, a loro volta, capitalizzati dall'emergente industria americana della world music attraverso la promozione di un'economia del desiderio. Con un approccio misto che attinge all'antropologia e agli studi sul suono, Kheshti individua il suono come rappresentativo e costitutivo della cultura e del potere. Attraverso l'analisi di film, fotografie, registrazioni e radio, oltre a un lavoro etnografico sul campo presso un'azienda di world music di San Francisco, Kheshti politicizza il femminile nell'industria della world music contemporanea. Utilizzando la teoria critica per leggere la fantasia dell'ascoltatore femminilizzato e dell'organo dell'orecchio femminilizzato, Modernity's Ear esplora infine l'importanza del piacere nella costituzione dell'io ascoltatore.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)