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Il libro, un memoriale romanzato di Heinrich Gerlach sulla battaglia di Stalingrado e sulle sue esperienze come prigioniero di guerra, ha raccolto sia consensi che critiche. Offre un ritratto straziante e allo stesso tempo profondamente penetrante della guerra, della sopravvivenza e dell'esperienza umana in mezzo alla distruzione, attingendo alla prospettiva unica dell'autore come sopravvissuto. Mentre molti lettori trovano avvincente la sua profondità e il suo significato storico, altri ne sottolineano il ritmo lento e la desolazione a volte opprimente.
Vantaggi:⬤ Offre una prospettiva unica e di prima mano sulla battaglia di Stalingrado e sulle sue conseguenze come prigioniero di guerra.
⬤ Ben scritto, con una prosa ricca e atmosferica e una caratterizzazione approfondita.
⬤ Fornisce discussioni stimolanti sulle ideologie politiche e sulle condizioni affrontate dai soldati.
⬤ Significato storico grazie all'esperienza e allo stile narrativo dell'autore.
⬤ Apertura unica sull'esperienza del soldato tedesco che contrasta con le tipiche narrazioni degli Alleati.
⬤ Il ritmo della narrazione è lento, il che potrebbe non piacere a tutti i lettori in cerca di azione.
⬤ Il contenuto del libro è molto cupo e straziante, il che può risultare emotivamente stancante.
⬤ Alcuni lettori trovano la grande quantità di informazioni biografiche alla fine noiosa e meno coinvolgente.
⬤ Le limitate nuove intuizioni rispetto ad altra letteratura sullo stesso argomento possono lasciare i lettori esperti con la voglia di saperne di più.
(basato su 123 recensioni dei lettori)
Breakout at Stalingrad
Stalingrado, novembre 1942. Il tenente Breuer sogna di tornare a casa per Natale.
Da agosto i tedeschi combattono contro i sovietici per il controllo della città sul Volga. Tra il 19 e il 23 novembre un contrattacco sovietico accerchia la Sesta Armata. Circa 300.000 truppe tedesche dovranno sopportare un inverno infernale nella steppa gelata.
Quando il Feldmaresciallo Paulus si arrende il 2 febbraio 1943, rimangono in vita solo 91.000 soldati tedeschi. Breakout at Stalingrad ha una storia straordinaria alle spalle.
Il suo autore fu imprigionato dai sovietici a Stalingrado. In prigionia scrisse un romanzo basato sulle sue esperienze, che i sovietici confiscarono.
Ricorse all'ipnosi per ricordare la sua narrazione e nel 1957 fu pubblicato con il titolo L'armata abbandonata. Cinquantacinque anni dopo Carsten Gansel ha ritrovato l'originale in un archivio di Mosca.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)