L'architettura della speranza

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Titolo originale:

The Architecture of Hope

Contenuto del libro:

“Le nostre comunità sono sovraccariche, velenose, sovraffollate, malsane, sprecone di energia - non perché debbano esserlo, ma perché fa comodo agli interessi acquisiti che le costruiscono, le gestiscono e le controllano...”. Parole forti pronunciate da un personaggio de L'architettura della speranza, l'avvincente sguardo di Doug MacLeod sul futuro prossimo. Eppure non si tratta di un'opera di finzione.

The Architecture of Hope offre uno sguardo immediatamente avvincente sul futuro, un futuro prossimo di soli 15 anni, in cui possiamo vivere e lavorare insieme per costruire comunità migliori per il domani. Ambientato nella città fittizia di Hope, nella valle di Okanagan, immagina l'idea di comunità cooperative in cui le persone possano produrre più energia di quanta ne usino, purificare più acqua di quanta ne inquinino, coltivare più cibo di quanto ne consumino e riciclare più rifiuti di quanti ne producano, con tecnologie che già esistono o che saranno alla nostra portata in pochi anni. Soprattutto, gli abitanti della comunità possiedono e traggono profitto da queste risorse. L'architettura della speranza descrive un modo di vivere decentrato, ri-localizzato e rigenerativo.

Come osserva uno dei personaggi, “la grande idea è che potremmo ripristinare anziché distruggere; potremmo produrre anziché consumare; e potremmo purificare anziché inquinare - non solo la Terra, ma anche i nostri corpi e le nostre menti”.