Jefferson Davis, la Francia napoleonica e la natura dell'ideologia confederata, 1815-1870

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Jefferson Davis, la Francia napoleonica e la natura dell'ideologia confederata, 1815-1870 (Jeffrey Zvengrowski)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro esplora le complesse ideologie politiche del Sud antebellico, concentrandosi in particolare sull'influenza della politica francese su Jefferson Davis durante la Guerra Civile. Presenta una nuova prospettiva sulla Guerra Civile ed è apprezzato per le sue intuizioni e la sua profondità, anche se presenta notevoli difetti.

Vantaggi:

Novità dell'argomento
articola un'ideologia coerente per il Partito Democratico antebellico
traccia l'evoluzione del pensiero politico
perspicace e ben scritto
risorse approfondite
altamente raccomandato per coloro che sono disposti a impegnarsi a fondo con il materiale.

Svantaggi:

L'indicizzazione è carente, con omissioni significative
uso di un termine inventato “Quid” senza una chiara giustificazione
inclusione di passaggi francesi non tradotti in un libro inglese
potrebbe essere troppo impegnativo per i lettori occasionali.

(basato su 4 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Jefferson Davis, Napoleonic France, and the Nature of Confederate Ideology, 1815-1870

Contenuto del libro:

In questo studio molto originale sull'ideologia e la politica confederata, Jeffrey Zvengrowski suggerisce che il presidente confederato Jefferson Davis e i suoi sostenitori vedevano nella Francia bonapartista un modello per gli Stati Confederati d'America. Essi si consideravano in lotta non tanto per la conservazione della schiavitù, quanto per gli ideali democratici antebellici di uguaglianza e supremazia bianca. La fazione dominava il governo confederato e considerava i repubblicani una coalizione controllata da abolizionisti filo-britannici che sostenevano la disuguaglianza tra i bianchi.

Come Napoleone I e Napoleone III, i Confederati pro-Davis desideravano costruire uno Stato nazionale industriale in grado di condurre una guerra di tipo napoleonico con grandi eserciti di leva. I diritti degli Stati, secondo loro, non dovevano precludere al governo nazionale l'esercizio del potere. I confederati anglofili anti-Davis, al contrario, sostenevano la disuguaglianza tra i bianchi, favorivano i diritti radicali degli Stati e sostenevano teorie sulla schiavitù in astratto che non tenevano conto della supremazia bianca. Avendo osteggiato i democratici pro-Davis prima della guerra, preferivano la guerriglia decentralizzata alle campagne napoleoniche e speravano nel sostegno della Gran Bretagna. La Confederazione, dichiaravano, sarebbe diventata volentieri una colonia agricola britannica de facto una volta raggiunta l'indipendenza. I confederati pro-Davis volevano che la Confederazione diventasse alleata della Francia e protettrice degli Stati settentrionali più simpatici.

Zvengrowski fa risalire le origini dell'ideologia confederata pro-Davis ai Democratici Jeffersoniani e alla loro fazione dei Falchi della Guerra, che persero il potere a livello nazionale negli anni Venti dell'Ottocento, ma lo riconquistarono durante il mandato di Davis come segretario alla Guerra. Davis sfruttò questa posizione per coltivare relazioni amichevoli con la Francia e in seguito avvertì i nordisti che il Sud sarebbe andato in secessione se i repubblicani avessero conquistato la Casa Bianca. Quando Lincoln vinse le elezioni del 1860, Davis appoggiò la secessione. Gli eredi ideologici della fazione filo-britannica arrivarono presto a detestare Davis per essersi inimicato la Gran Bretagna e per aver offerto di accettare un'emancipazione graduale in cambio dell'assistenza diretta dei soldati francesi in Messico.

L'importante nuova interpretazione di Zvengrowski dell'ideologia confederata colloca la Guerra Civile in un contesto globale di competizione imperiale. Mostra anche come gli ex confederati anti-Davis siano arrivati a dominare il Sud del dopoguerra e a oscurare la vera natura dell'ideologia confederata. Inoltre, aggiorna le biografie di personaggi già noti: John C. Calhoun, che fece amicizia con gli ufficiali bonapartisti; Davis, che era un francofilo tanto quanto il suo omonimo, Thomas Jefferson; e Robert E. Lee, che come sovrintendente di West Point fece da mentore a un pronipote di Napoleone I.

--Frank Towers, autore di The Urban South and the Coming of the Civil War.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780807170670
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina rigida
Anno di pubblicazione:2020
Numero di pagine:368

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)