Into the White: Il Rinascimento Artico e la fine dell'immagine

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Titolo originale:

Into the White: The Renaissance Arctic and the End of the Image

Contenuto del libro:

Le narrazioni europee del Nuovo Mondo atlantico raccontano storie di persone e cose: flora strana, animali meravigliosi e popolazioni assolate da mitizzare o sfruttare. Tuttavia, tra il 1500 e il 1700 una regione ha stravolto tutte queste convenzioni nella scrittura di viaggio, nella scienza e, inaspettatamente, nell'arte: l'Artico.

Gelido, non popolato, visivamente e temporalmente "astratto", l'estremo Nord - un diverso tipo di terra incognita per l'immaginazione rinascimentale - offriva molto più che nuove cose da mappare, saccheggiare o persino vedere. Né un continente, né un oceano, né una circostanza meteorologica, l'Artico costrinse i visitatori inglesi, olandesi, tedeschi e italiani a confrontarsi con quello che oggi chiameremmo un "non sito", dando vita a decine di opere, oggetti e testi precedentemente sconosciuti - e tutto questo in un ambiente intellettuale e politico in cui si accendevano i dibattiti della Riforma sulla legittimità stessa dell'arte.

Into the White utilizza cinque casi di studio per sondare come l'Artico della prima età moderna (come sito, mito ed ecologia) abbia influenzato i dibattiti contemporanei sulla percezione e sulla materia, sulla rappresentazione, sulla scoperta e sul tempo della terra - molto prima che il XIX secolo romanticizzasse il paesaggio polare. Nel lontano Nord, sostiene questo libro, l'esotico rinascimentale divenne qualcosa di molto più strano del meraviglioso o del curioso, qualcosa di oscuramente materiale e incontrollabile, qualcosa che va oltre l'idea stessa di immagine.