Indigeneità creola

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Titolo originale:

Creole Indigeneity

Contenuto del libro:

Durante il periodo coloniale in Guyana, le terre costiere del Paese sono state lavorate da africani schiavizzati e indiani indigeni. In Creole Indigeneity, Shona N. Jackson indaga su come i loro discendenti, chiamati collettivamente creoli, si siano rifatti come nuovi nativi della Guyana, soppiantando le popolazioni indigene dei Caraibi grazie all'estensione degli atteggiamenti e delle politiche coloniali.

Guardando in particolare ai decenni politicamente difficili della nazione, dagli anni Cinquanta a oggi, Jackson esplora le identità aborigene e creole nella società guyanese. Attraverso documenti governativi, interviste e discorsi politici, l'autrice rivela come i creoli, pur non riuscendo a usurpare il posto degli aborigeni come primo popolo del Nuovo Mondo, siano comunque riusciti a introdurre una nuova definizione di appartenenza, socialmente più valida, attraverso il lavoro. La ragione stessa per cui i lavoratori schiavizzati e indentured erano stati portati a lavorare nei Caraibi divenne il principio organizzativo delle nuove identità dei creoli.

I creoli collegavano la vera appartenenza, e quindi il diritto politico e materiale, all'aver svolto un lavoro moderno sulla terra; il lavoro diventava così la base delle loro modalità subalterne e coloniali di indigeneità, una contraddizione per l'appartenenza nell'ambito della postcolonialità che Jackson definisce "indigeneità creola". In questo modo, il suo lavoro stabilisce un modo nuovo e produttivo di comprendere il rapporto tra potere e identità nazionale in contesti coloniali, postcoloniali e anticoloniali.