Il testimone di nessuno: Una poetica mostruosa

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Titolo originale:

No One's Witness: A Monstrous Poetics

Contenuto del libro:

In No One's Witness Rachel Zolf attiva gli ultimi tre versi di una poesia dell'ebreo sopravvissuto all'olocausto nazista Paul Celan - "No one / be witness for the / witness" - per teorizzare la poetica e l'im/possibilità della testimonianza. Attingendo ai black studies, alla filosofia continentale, alla teoria queer, alla poetica sperimentale e al lavoro di diversi scrittori e artisti, Zolf si chiede cosa significhi testimoniare dalla posizione eccessiva e incalcolabile di Nessuno.

In uno stile frammentario e ricorsivo che mette in scena il discorso mostruoso che persegue, No One's Witness dimostra la necessità di affrontare l'olocausto nazista in relazione alla schiavitù transatlantica e alle sue conseguenze. Pensando alle nozioni della teoria femminista nera di sciame impigliato, campo, plenum, coro, No One's Witness interroga i limiti e le soglie della testimonianza, il suo pericoloso forse.

No One opera al di fuori dei limiti dell'individuo sovrano, informato in modo hauntologico dal nulla carnale che è stato storicamente attribuito alla blackness e che la blackness mette in atto all'interno, in corrispondenza e al di là del No One. Il Nessuno è testimone di divenire al di là della comprensione, creando e disfacendo forme mostruose di vita anteriore futura aggrovigliata.