Il tè di Ulaanbaatar

Punteggio:   (2,5 su 5)

Il tè di Ulaanbaatar (R. Howard Christopher)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Le recensioni presentano prospettive contrastanti su “Il tè di Ulaanbaatar”. Un recensore critica il libro per la sua mancanza di originalità, per lo stile di scrittura scadente che ricorda un'imitazione di Cormac McCarthy e per la rappresentazione poco convincente della tossicodipendenza. L'altro recensore lo elogia come un esordio eccezionale che cattura le lotte esistenziali dei volontari dei Corpi di Pace in Mongolia, evidenziandone gli elementi noir e la profondità psicologica dei personaggi.

Vantaggi:

La seconda recensione elogia il romanzo per il suo stile narrativo unico, il ricco sviluppo dei personaggi e l'esplorazione di temi esistenziali. La rappresentazione della Mongolia e delle esperienze psicologiche dei personaggi è descritta come profonda, con elementi di commedia dark e una vivida rappresentazione di un ambiente claustrofobico, che ricorda la letteratura classica.

Svantaggi:

La prima recensione evidenzia difetti significativi, criticando lo stile di scrittura come una sciatta imitazione di Cormac McCarthy, la mancanza di chiarezza nei dialoghi e una rappresentazione poco convincente delle esperienze di droga. La trama è caratterizzata da cliché e superficialità, non riuscendo ad affrontare efficacemente i temi più profondi, con il risultato di un'esperienza di lettura noiosa.

(basato su 2 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Tea of Ulaanbaatar

Contenuto del libro:

Il romanzo d'esordio di Christopher Howard, finalista al National Magazine Award, Tea of Ulaanbaatar, racconta la storia del volontario disaffezionato dei Corpi di Pace Warren, che fugge dalla vita nell'America tardo-capitalista per ritrovarsi di stanza nell'inferno industriale post-sovietico della Mongolia urbana.

Mentre la presenza americana si sgretola, Warren cerca scampo nello tsus, il misterioso “tè del sangue” che potrebbe essere la vendetta finale dei Khans sconfitti - o che potrebbe essere solo un potente allucinogeno che agisce su una mente inquieta - mentre una fantasmagoria di violenza lo avvolge lentamente. Con una prosa che unisce il mordente satirico di Benjamin Kunkel, l'oscura rivisitazione storica di William Burroughs e una lussureggiante bellezza letteraria tutta sua, Christopher Howard in Il tè di Ulaanbaatar dispiega una storia di angoscia da espatrio, il lato oscuro della globalizzazione e gli incubi della classe media - e si annuncia come uno dei più inventivi e ambiziosi della nuova generazione di romanzieri americani.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781609800864
Autore:
Editore:
Lingua:inglese
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2011
Numero di pagine:208

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)