Il principio del disordine

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Titolo originale:

The Principle of Unrest

Contenuto del libro:

Il riposo non esiste. Il mondo è sempre in movimento. È fatto di movimento. Ci troviamo sempre in mezzo ad esso, nelle trasformazioni in corso. La categoria di base per la comprensione è l'attività - e solo in via derivata soggetto, oggetto, regola, ordine. È necessaria una filosofia "attivista" basata su queste premesse. The Principle of Unrest esplora le implicazioni contemporanee di una filosofia attivista, facendo perno sulla questione del movimento. Il movimento è inteso non semplicemente in termini spaziali, ma come trasformazione qualitativa: divenire, emergere, evento. La relazione speciale del capitalismo neoliberale con il movimento è al centro dell'attenzione. I suoi poteri di mobilitazione scendono ora al livello emergente del potenziale appena formato. Questo li porta oltre il potere-sopra al potere-di-portare-essere, o ciò che il libro definisce "ontopower". È necessario seguire il potere capitalista in tutto il suo campo di emergenze in espansione per capire come i contropoteri possano resistere alla sua cattura e rivaleggiare sul suo stesso terreno immanente. A livello emergente, nella prima fase movimentata del loro sorgere, i contropoteri sono sempre collettivi. Questo vale anche per i movimenti di pensiero. Il pensiero in divenire è espressione collettiva. Come possiamo pensare questa transindividualità del pensiero? Quali pratiche possono affrontarla? In che modo, politicamente, possiamo comprendere il concetto di evento per includere in modo emergente gli eventi di pensiero?

Solo sintonizzandosi con l'agitazione creativa che si agita sempre a livello infraindividuale, in diretta connessione con il livello transindividuale, scavalcando il livello intermedio di quello che tradizionalmente era considerato un soggetto sovrano: abbracciando la nostra "dividualità".

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