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Il libro “Il prigioniero e il dono” di Bruce Grant esamina la complessa relazione tra la Russia e il Caucaso, utilizzando i temi della prigionia e del dono. Il libro abbraccia contesti storici e letterari, facendo riferimento a figure come Prometeo e alla letteratura russa di rilievo. Nel complesso, pur offrendo spunti e fonti per una comprensione più approfondita, manca di idee innovative e di chiari commenti personali da parte dell'autore. È più adatto a lettori con una certa conoscenza preliminare della storia della regione.
Vantaggi:Il libro fornisce un'interessante panoramica delle relazioni storiche e culturali tra la Russia e il Caucaso, incorpora una varietà di fonti, tra cui la letteratura e l'analisi dei film, e offre una prospettiva unica sulla donazione e sulla prigionia. L'approccio interdisciplinare di Grant è interessante per chi si interessa di antropologia e letteratura.
Svantaggi:Il libro non presenta idee nuove o intuizioni profonde, spesso ribadisce concetti consolidati senza approfondirli. Può risultare eccessivamente analitico e può richiedere una conoscenza preliminare della regione, rendendolo meno accessibile ai nuovi arrivati. Alcuni lettori hanno ritenuto che Grant non abbia fornito opinioni personali o argomenti coesi, lasciando alcuni temi poco sviluppati.
(basato su 4 recensioni dei lettori)
The Captive and the Gift
La regione caucasica dell'Eurasia, incuneata tra il Mar Nero e il Mar Caspio, comprende i territori moderni dell'Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia, oltre alla travagliata repubblica della Cecenia nella Russia meridionale.
Luogo di invasioni, conquiste e resistenze fin dall'inizio della storia, si è guadagnato la reputazione di temibile violenza e di isolate ridotte montane chiuse agli estranei. Nel corso dei lunghi sforzi per controllare l'area del Caucaso, i russi hanno a lungo mitizzato le storie dei loro connazionali fatti prigionieri da bande di briganti di montagna.
In The Captive and the Gift, l'antropologo Bruce Grant esplora la lunga relazione tra la Russia e il Caucaso e i mezzi con cui la sovranità è stata esercitata in quest'area contesa. Prendendo spunto dal poema di Aleksandr Pushkin del 1822 "Prigioniero del Caucaso", Grant esplora le straordinarie risonanze dei temi della violenza, della prigionia e dell'impero nel Caucaso attraverso la mitologia, la poesia, i racconti, il balletto, l'opera e il cinema. Grant sostiene che, sebbene la ricorrente narrazione della prigionia russa rifletta un'ampia gamma di posizioni politiche, essa suggerisce più spesso e in modo convincente una visione dei popoli del Caucaso come soggetti ingrati e senza legge dell'impero, non disposti a riconoscere e ad accettare i doni di civiltà e protezione offerti dai leader russi.
Basandosi su anni di ricerche sul campo e d'archivio, Grant va oltre il mito e la cultura di massa per suggerire come le pratiche di scambio del Caucaso nella vita reale, al contrario, mirassero a controllare e diminuire piuttosto che a scatenare e aumentare la violenza. Il risultato è un'antropologia storica delle forme di sovranità che sottolinea come le narrazioni popolari durature e le letture ravvicinate delle pratiche rituali possano far luce sulla gestione del pluralismo in aree del mondo a lungo contese.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)