Il pregiudizio americano contro i colori

Titolo originale:

The American Prejudice Against Color

Contenuto del libro:

"Poiché molte persone mi hanno suggerito che sarebbe di grande utilità per la causa antischiavista in questo Paese presentare al pubblico un racconto conciso del mio recente scampato pericolo di morte per mano di una folla armata in America, una folla armata di catrame, piume, pali e un barile vuoto chiodato con chiodi di scandole, insieme alle ragioni che hanno spinto quella folla, mi propongo di farlo. Non posso però promettere di scrivere un libro che illustri appieno l'amarezza, la malignità e la crudeltà del pregiudizio americano nei confronti dei neri, e che mostri il suo terribile potere nel ridurre in schiavitù sociale e politica centinaia di migliaia di uomini e donne di colore cosiddetti liberi del Nord.

Questa schiavitù è, in molti dei suoi aspetti, molto più terribile di quella della vera schiavitù del Sud, poiché le sue vittime - molte delle quali sono uscite dall'oscurità della schiavitù personale e altre non vi sono mai entrate - hanno acquisito uno sviluppo della mente, del cuore e del carattere che non è affatto inferiore a quello dei loro oppressori". William G. Allen (1820-1888) è stato un accademico, intellettuale e conferenziere afroamericano.

Per un certo periodo fu coeditore di The National Watchman, un giornale abolizionista. Mentre studiava legge a Boston, tenne numerose conferenze su abolizione, uguaglianza e integrazione.

Fu poi nominato professore di retorica e greco al New York Central College. Incontrando e innamorandosi di una studentessa bianca, Mary King, la coppia si sposò in segreto nel 1853.

Questo fu il primo matrimonio legale tra un uomo "di colore" e una donna caucasica negli Stati Uniti.