Il perdono che verrà: l'Olocausto e l'iperetica

Titolo originale:

The Forgiveness to Come: The Holocaust and the Hyper-Ethical

Contenuto del libro:

Questo libro si occupa delle aporie, o impasse, del perdono, soprattutto in relazione all'eredità dei crimini contro l'umanità perpetrati dai nazisti e dai loro collaboratori durante la Seconda guerra mondiale.

Banki sostiene che, sebbene il perdono dell'Olocausto sia e rimanga impossibile, non possiamo riposare su questa impossibilità. Piuttosto, l'impossibilità del perdono deve essere pensata in un altro modo.

In un'epoca di "mondializzazione", potremmo non essere in grado di sfuggire semplicemente alla violenza delle scene e della retorica che ritraggono ripetutamente le scuse, la riconciliazione e il perdono come atti realizzabili. Accompagnato dal pensiero di Jacques Derrida sul perdono dell'imperdonabile e dalla sua elaborazione in relazione ai crimini contro l'umanità, il libro intraprende una lettura ravvicinata di testi letterari, filosofici e cinematografici di Simon Wiesenthal, Jean Amry, Vladimir Janklvitch, Robert Antelme ed Eva Mozes Kor. Questi testi si scontrano con l'idea che i crimini dei nazisti siano inespiabili, che siano al di là di ogni possibile espiazione o riparazione.

Banki sostiene che il concetto giuridico di crimini contro l'umanità richiede un pensiero di perdono, che non implica la chiusura delle infinite ferite del passato. Come si può pensare o sognare un tale perdono? Banki mostra che se oggi non possiamo semplicemente sfuggire alla "mondializzazione" del perdono, allora è necessario ripensare a cosa sia il perdono, alle condizioni in cui presumibilmente avviene e soprattutto al suo rapporto con la giustizia.