Il pensiero politico e sociale in Africa

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Titolo originale:

Political and Social Thought in Africa

Contenuto del libro:

I saggi raccolti in questo libro riflettono le diverse esperienze dell'autore nel campo della politica e della lotta sociale; egli osserva che non possono essere separati dalle altre esperienze che ha vissuto nel suo Paese, l'Egitto, nel corso degli anni. Queste esperienze si estendono dalla cultura popolare o dal folklore, attraverso il più ampio mondo politico della politica di liberazione africana, fino al Comitato per la difesa della cultura nazionale.

Questo libro è come un lungo viaggio attraverso la cultura africana dagli anni Cinquanta all'inizio del XXI secolo. Questi saggi susciteranno probabilmente molti ricordi, dolci e amari; forse quelli amari saranno più duraturi. L'autore osserva che sembra che l'unico rapporto che gli egiziani hanno avuto per lungo tempo con il resto dell'Africa sia stato il fiume Nilo, che unisce il Paese ad altri dieci Paesi, mentre in mezzo si trova un vasto deserto.

Questa separazione ignora le antiche relazioni tra l'Egitto faraonico e il resto dell'Africa e il ruolo dell'Egitto nel sostenere molti movimenti di liberazione nel continente. In questo libro l'autore si è posto alcune domande difficili: È legittimo oggi usare la razza per suddividere il continente africano? Inoltre, è possibile farlo semplicemente come se la razza fosse astorica o un concetto idealistico di identità?

Oppure parleremo dell'arabismo in Egitto, Libia o Maghreb come se fosse un'identità acquisita con l'avvento degli arabi, sottintendendo che si trattava di "terre senza popolo", una sorta di "Terra di nessuno"? Oppure si trattava di uno spazio fragile che non poteva affrontare l'impero invasore? O ancora, l'arabismo equivale a volte al bantuismo o al negroismo, altre volte alle culture hausa e swahili? Questi sono i tipi di questioni che Helmi Sharawy esamina in questo libro molto importante. Le esperienze che informano questo libro sono iniziate con il primo incontro dell'autore, nel marzo del 1956, con alcuni giovani africani che si trovavano al Cairo per studi superiori o come rappresentanti dei movimenti di liberazione, con i quali ha lavorato come intermediario con lo Stato nazionale egiziano, lavoro che ha lasciato in lui un'impressione perenne.