Il paradosso dell'immobilità: Arte, oggetto e performance

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Titolo originale:

The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance

Contenuto del libro:

Come la performance ha trasformato lo status dell'oggetto d'arte, in opere di F lix Gonz lez-Torres, Oskar Schlemmer, Robert Morris e altri.

Presentando opere dall'inizio del XX secolo a oggi, The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance esamina la nozione di immobilità come gesto performativo e visivo, presentando artisti che hanno costruito esperimenti statici o quasi statici che si collocano a metà strada tra l'azione e la rappresentazione, così come vengono vissuti nello spazio della galleria. La mostra indaga la performance dalla prospettiva dell'oggetto piuttosto che del corpo, esaminando come la performance abbia reinterpretato i mezzi artistici tradizionali.

L'immobilità e la permanenza sono qualità tipicamente considerate inerenti alla pittura e alla scultura: si pensi ai gesti congelati di un quadro storico o alla solidità inflessibile di una figura in bronzo. The Paradox of Stillness, tuttavia, espande la qualità dell'immobilità dell'opera d'arte per accogliere temporalità e stati fisici incerti, indagando su opere che fondono oggetti e corpi umani sospesi in movimento. Presentando artisti le cui opere includono elementi performativi ma anche atti, oggetti e gesti che si riferiscono più alle qualità inerti della pittura o della scultura che a vere e proprie azioni in scena, The Paradox of Stillness ripensa la storia della performance attraverso le sue indagini estetiche sull'interazione tra l'immagine fissa e il corpo vivo.

Tra gli artisti ci sono: Marina Abramovic, Merce Cunningham, Giorgio de Chirico, VALIE EXPORT, Gilbert and George, F lix Gonz lez-Torres, Maria Hassabi, Jannis Kounellis, Kasimir Malevich, Piero Manzoni, Robert Morris, Senga Nengudi, Michelangelo Pistoletto, Oskar Schlemmer, Sophie Taeuber-Arp, Cindy Sherman, Mario Garcia Torres e Franz West.