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Le recensioni de “Il manifesto del disadattato” di Lidia Yuknavitch evidenziano l'impatto del libro sui lettori, in particolare su coloro che si identificano come disadattati. Molti trovano il libro relazionabile e affermativo, considerandolo una fonte di guarigione e di incoraggiamento. L'inclusione di più voci e storie personali è apprezzata, ma alcuni lettori ritengono che il libro non sia abbastanza inclusivo per tutti coloro che possono considerarsi disadattati, in particolare per coloro che non condividono esperienze di traumi o abusi.
Vantaggi:⬤ Affidabile e rassicurante per coloro che si sentono disadattati.
⬤ Narrazione unica che include voci e prospettive multiple.
⬤ Incoraggia la creatività, l'accettazione di sé e la ricerca della propria voce.
⬤ Esame approfondito dei problemi legati all'appartenenza, al trauma e all'individualità.
⬤ Considerata una lettura potente e trasformativa.
⬤ Alcuni lettori si sentono esclusi se non condividono esperienze di trauma o abuso, trovando il libro meno relazionabile.
⬤ Alcune parti del libro, come le lettere degli amici, potrebbero non risuonare con tutti i lettori.
⬤ Potrebbe non piacere a coloro che si identificano come disadattati per motivi non legati a profonde lotte personali.
(basato su 87 recensioni dei lettori)
The Misfit's Manifesto
Un disadattato autodefinitosi fa valere l'idea di non adattarsi, di riconoscere la bellezza e la difficoltà di forgiare un percorso originale.
Un disadattato è una persona che non si è adattata, una persona che si adatta male, o una persona che si adatta male a nuove situazioni e ambienti. È una parola vergognosa, una parola che in genere nessuno cerca di possedere. Fino ad oggi.
Lidia Yuknavitch è un'orgogliosa disadattata. Non è sempre stato così. Lidia ha impiegato molto tempo non solo per accettare, ma anche per apprezzare il suo status di disadattata. Dopo essere stata bocciata due volte all'università (e forse anche una terza, di cui non vi parlerà), con due divorzi epici alle spalle, un episodio di disintossicazione per uso di droghe e due soggiorni in carcere, sentiva che non sarebbe mai riuscita a inserirsi. Era una disadattata senza speranza. Aveva fallito come figlia, moglie, madre, studiosa... eppure il sogno di diventare scrittrice le era rimasto in gola come "una piccola pietra triste".
La sensazione di non adattarsi è universale. Il Manifesto del disadattato è per i disadattati di tutto il mondo: i ribelli, gli eccentrici, gli stravaganti e chiunque abbia mai avuto la sensazione di sbagliare. È la lettera d'amore di Lidia a tutti coloro che non riescono a trovare la strada "giusta". Non vi dirà come smettere di essere un disadattato, tutt'altro. Con il suo stile affascinante, poetico, divertente e franco, Lidia ci svela perché essere un disadattato non è qualcosa da superare, ma da abbracciare. Lidia incoraggia inoltre i suoi compagni disadattati a non avere paura di perseguire gli obiettivi, a farsi valere e a chiedere le cose che desiderano di più. Anche i disadattati appartengono alla stanza, ci ricorda, anche se il loro percorso verso quella stanza è accidentato e tortuoso. Un'idea importante che trascende tutte le culture e i paesi, questo libro ha creato una comunità coraggiosa e compassionevole per i disadattati, un luogo in cui tutti possono appartenere.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)