Il lavoro forzato degli ebrei in Romania, 1940-1944

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Titolo originale:

Jewish Forced Labor in Romania, 1940-1944

Contenuto del libro:

Tra l'ingresso della Romania nella Seconda Guerra Mondiale nel 1941 e la cacciata del dittatore Ion Antonescu tre anni dopo, oltre 105.000 ebrei furono costretti a lavorare nei campi di internamento e di lavoro, nei battaglioni di lavoro, nelle istituzioni governative e nell'industria privata. Soprattutto per quelli dei battaglioni di lavoro, questo periodo fu caratterizzato da straordinarie sofferenze fisiche e psicologiche, fame, alloggi inadeguati e condizioni di lavoro pericolose o addirittura mortali.

Eppure, grazie alla combinazione tra le paranoie di Antonescu e le peculiarità del sistema rumeno di organizzazione del lavoro forzato, la maggior parte dei lavoratori ebrei riuscì a sopravvivere. Jewish Forced Labor in Romania esplora il background ideologico e legale di questo sistema di lavoro forzato, il suo scopo e la sua evoluzione. L'autore Dallas Michelbacher esamina la relazione tra il sistema di lavoro forzato e i piani del governo rumeno per la “soluzione della questione ebraica”.

Nel farlo, Michelbacher evidenzia le differenze fondamentali tra il sistema rumeno di lavoro forzato e l'uso ben documentato del lavoro forzato nella Germania nazista e nella vicina Ungheria. Il lavoro forzato degli ebrei in Romania esplora la logica interna del regime di Antonescu e il modo in cui bilanciò l'imperativo ideologico della persecuzione antisemita con le esigenze economiche di uno Stato impegnato in una guerra totale, la cui economia era ancora fortemente dipendente dalle competenze della popolazione ebraica.