Plato's Ghost: Minus Links and Liminality in Psychoanalytic Practice
Gli incontri psicoanalitici sono pervasi dall'inconoscibilità di due menti inconsce che si incontrano. Qui si può creare un legame che permette il processo di creazione di significato, oppure può diventare lo spazio della distruzione, della perversione, dell'evacuazione, della regressione e della stasi.
L'area che si trova tra la mente dell'analista e quella dell'analizzando è quindi l'area liminare della psicoanalisi - di crescita, cambiamento, turbolenza, ma anche di impasse, bastione e fallimento. Quest'ultimo potrebbe essere ciò che Bion intendeva con "legami minimi". Sembra che la parte primitiva della mente sia sempre alla ricerca di modi per eludere il dolore psichico e la verità emotiva è sempre in pericolo.
I legami analitici sono sempre pericolosi. I legami negativi hanno in comune la qualità di eludere la verità e quindi di inibire la crescita emotiva e la capacità di dare significato alle esperienze.
I punti ciechi possono essere determinati dalla fedeltà analitica alle nostre scuole particolari, dalla nostra incapacità di forgiare una tecnica di fronte all'apparato protomentale che può generare arroganza, dalle compiacenze del linguaggio, dalle lacune tra la nostra fedeltà teorica e la nostra tecnica e, infine, troppo spesso, dalla nostra riluttanza e incapacità di entrare in contatto con la nostra vera esperienza. Sarebbe utile fare una cronaca dei nostri fallimenti quotidiani? In questi momenti liminali, i legami tra analista e analizzando scivolano lontano dalla verità emotiva, piuttosto che verso di essa.
Nilofer Kaul presenta questi momenti ed esplora le complesse ragioni che ne sono alla base in una straordinaria opera prima che mette in discussione il cuore della pratica analitica.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)