Il desiderio dell'architettura: Leggere le tarde avanguardie

Punteggio:   (4,8 su 5)

Il desiderio dell'architettura: Leggere le tarde avanguardie (Michael Hays K.)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro fornisce una complessa interpretazione lacaniana dell'architettura autonoma nel contesto del tardo capitalismo, esplorando il modo in cui architetti come Aldo Rossi, Peter Eisenman, John Hedjuk e Bernard Tschumi si sono confrontati con le questioni filosofiche e culturali del loro tempo. Hays critica i limiti del discorso architettonico convenzionale e tenta di riposizionare l'architettura come rappresentazione culturale piuttosto che come mero processo di creazione di oggetti. La scrittura sfida il lettore con i suoi profondi riferimenti filosofici, in particolare a Lacan e ad altri pensatori moderni.

Vantaggi:

Il libro è scritto in modo elegante e stimolante e offre una prospettiva unica sulle aspirazioni intellettuali della tarda avanguardia. Hays fornisce una profonda analisi storica dell'architettura, sottolineandone la rappresentazione culturale e le implicazioni teoriche. Particolarmente apprezzate sono le discussioni su Hedjuk e Tschumi, che mettono in luce i loro contributi al pensiero architettonico. Il libro comprende anche tavole e figure colorate che arricchiscono la narrazione.

Svantaggi:

Il denso linguaggio filosofico, in particolare per quanto riguarda la teoria lacaniana, può risultare ostico per i lettori che non hanno familiarità con questi concetti. Alcune recensioni notano che la narrazione tende a essere complessa e può richiedere una lettura attenta, soprattutto nei primi capitoli. La mancanza di un indice rende difficile individuare argomenti o riferimenti specifici all'interno del testo.

(basato su 2 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Architecture's Desire: Reading the Late Avant-Garde

Contenuto del libro:

Teorizza un ethos architettonico di estrema autoriflessione e finalità da una prospettiva lacaniana.

Sebbene sia ampiamente riconosciuto che l'architettura avanzata degli anni Settanta ha lasciato un'eredità di sperimentazione e speculazione teorica intensa come nessun'altra nella storia dell'architettura, non c'è stata una teoria generale di questo ethos. Ora, in Architecture's Desire, K. Michael Hays scrive un resoconto della “tarda avanguardia” come un'architettura sistematicamente ripiegata su se stessa, che riflette sul proprio status storico e che esplora deliberatamente le possibilità rappresentative dell'architettura fino ai loro limiti assoluti. Leggendo da vicino il silenzio cupo e malinconico di Aldo Rossi, le “scomposizioni” e le archeologie radicalmente riduttive di Peter Eisenman, gli eccessi carnevaleschi di John Hejduk e il delirio “cinegrammatico” di Bernard Tschumi, Hays racconta la storia di un'architettura che si confronta con i propri confini con oggetti sempre più riflessivi, difficili e intransigenti.

La tarda avanguardia è l'ultima architettura con aspirazioni filosofiche, un'architettura capace di pensare i problemi filosofici attraverso l'architettura anziché limitarsi a illustrarli. Essa assume l'architettura come oggetto della propria riflessione, che a sua volta produce un desiderio inarrestabile. Utilizzando gli strumenti della teoria critica insieme alla struttura della triade immaginario-simbolico-reale di Lacan, Hays costruisce una teoria del desiderio architettonico che è storicamente specifica e che tuttavia stabilisce i termini e le sfide di tutta la pratica architettonica successiva, compresa quella odierna.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780262513029
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2009
Numero di pagine:216

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)