Il culto degli arti smembrati: Riti di morte ebraici sulla scena del terrorismo suicida palestinese

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Titolo originale:

The Cult of Dismembered Limbs: Jewish Rites of Death at the Scene of Palestinian Suicide Terrorism

Contenuto del libro:

Quando un terrorista suicida colpisce in Israele, il solito contingente di primi soccorritori che si può vedere in qualsiasi parte del mondo - polizia, medici, vigili del fuoco - è accompagnato da un altro gruppo, che si trova solo in Israele.

Indossano kippah, tute bianche, guanti di gomma e giubbotti gialli. Sono gli uomini di ZAKA, un'organizzazione religiosa israeliana che si occupa dei corpi mutilati e bruciati e degli arti mozzati delle vittime di morte violenta, soprattutto di quelle uccise dal terrorismo palestinese.

Lo ZAKA è sorto, ha raggiunto il suo apice ed è diventato famoso durante le due ondate di terrorismo suicida che hanno caratterizzato l'intensificarsi del conflitto israelo-palestinese nell'ultimo decennio del XX secolo e nei primi cinque anni del XXI secolo. ZAKA conta alcune centinaia di attivisti tutti maschi, tipicamente volontari, esclusivamente ebrei Haredi (ultraortodossi). Ben addestrati ed equipaggiati, sono tra i primi ad arrivare sui luoghi di morte innaturale, soprattutto nelle arene di mortalità di massa, dove eseguono una procedura scrupolosa, carica di simbolismo.

Si tratta di raccogliere i cadaveri e le parti del corpo, smistarli, identificarli e ricomporli preservando diligentemente il rispetto per i morti e per le parti del corpo, e prepararli per la sepoltura secondo i rigidi dettami della legge ebraica. Gideon Aran ha trascorso anni a contatto con gli uomini di ZAKA e in questa avvincente etnografia porta i lettori all'interno dell'organizzazione e sul campo con questi uomini mentre svolgono il loro macabro - ma, a loro avviso, sacro - lavoro.