Il contadino di Parigi

Recensioni dei lettori

Le recensioni di “Paris Peasant” di Louis Aragon presentano un misto di apprezzamento e critica, evidenziando il suo approccio unico al surrealismo e alle complessità della vita parigina. I lettori ne sottolineano la bella prosa e l'intelligente esplorazione del mito moderno, mentre altri lo trovano impegnativo per la mancanza di una struttura narrativa tradizionale e di coerenza.

Bella prosa, ricca rappresentazione della vita parigina, intelligente esplorazione del surrealismo e del mito moderno, offre un'esperienza letteraria unica ed è un'opera significativa del movimento surrealista.

Manca di una trama chiara e di personaggi tradizionali, è difficile da leggere a causa dello stile di flusso di coscienza, può non piacere a chi non è interessato al surrealismo o alla Parigi del primo Novecento ed è considerato un'opera minore rispetto alla poesia di Aragon.

(basato su 14 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Paris Peasant

Contenuto del libro:

Prima della psicogeografia, dei situazionisti e dell'urbanistica onirica, c'è stato il Contadino di Parigi, un pionieristico scavo surrealista della capitale del XX secolo Il Contadino di Parigi (1926) è una delle opere centrali del Surrealismo, ma l'edizione di Exact Change è la prima pubblicazione negli Stati Uniti dell'autorevole traduzione di Simon Watson Taylor, completata dopo consultazioni con l'autore. Non convenzionale nella forma - Aragon ha consapevolmente evitato una narrazione riconoscibile o lo sviluppo dei personaggi - Paris Peasant è, nelle parole dell'autore, "una mitologia del moderno".

"Il libro usa la città di Parigi come palcoscenico o cornice, e Aragon intreccia il suo testo con immagini di materiale correlato: menu del caffè, mappe, iscrizioni sui monumenti e ritagli di giornale. Una descrizione dettagliata di una sala giochi parigina (precursore ottocentesco del mini centro commerciale) e un'altra del parco delle Buttes-Chaumont sono tra le grandi scenografie della prosa vorticosa di Aragon, fatta di filosofia, sogno e satira.

Andr Breton ha scritto di quest'opera: "nessuno avrebbe potuto essere un rivelatore più astuto dell'indesiderato in tutte le sue forme nessun altro avrebbe potuto lasciarsi trasportare da tali inebrianti fantasticherie su una sorta di vita segreta della città.... "