Il carro di ferro

Recensioni dei lettori

Il carro di ferro, pubblicato originariamente nel 1909 e tradotto da Lucy Moffatt, ha ricevuto recensioni contrastanti. Mentre alcuni lettori ne hanno lodato la scrittura atmosferica e il fascino senza tempo, altri lo hanno trovato lento e prevedibile. Molti hanno apprezzato l'ambientazione d'epoca e i personaggi intriganti, mentre alcuni hanno ritenuto che il libro fosse obsoleto e mancasse di suspense. Nel complesso, sembra piacere più ai fan dei misteri classici che ai lettori moderni in cerca di thriller dal ritmo incalzante.

⬤ Grande atmosfera e scrittura elegante.
⬤ Trama contorta, senza tempo e coinvolgente, che ricorda i gialli classici.
⬤ Personaggi ben sviluppati e ambientazioni interessanti in una Norvegia d'epoca.
⬤ Buona traduzione che mantiene il fascino dell'opera originale.
⬤ Breve e relativamente facile da leggere, che lo rende accessibile a chi è interessato ai misteri classici.

⬤ Ritmo lento, con diversi punti lenti nel corso della narrazione.
⬤ Trama prevedibile
⬤ Molti lettori hanno capito subito l'assassino.
⬤ Alcune parti della scrittura sembrano datate e troppo formali per i lettori moderni.
⬤ Opinioni contrastanti sulla profondità dei personaggi
⬤ Alcuni personaggi sono stati percepiti come irritanti.
⬤ Potrebbe non essere adatto a chi cerca una suspense contemporanea.

(basato su 39 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

The Iron Chariot

Contenuto del libro:

In una torrida giornata estiva, i villeggianti di una pensione su un'isola norvegese sono scioccati nello scoprire che un loro ospite è stato trovato ucciso in una pianura desolata. Il narratore senza nome, uno scrittore, è stato l'ultimo a vedere la vittima viva; poco dopo è stato disturbato da un rumore simile a “un tintinnio di catene”.

Un abitante del luogo gli dice che si tratta del “carro di ferro”, che si dice presagisca la morte. Il detective Asbjorn Krag viene convocato dalla capitale, Kristiania, e si mette a indagare sull'omicidio. Quando una morte simile si verifica nella pianura, è di nuovo preceduta dall'inquietante suono del carro di ferro, che non lascia tracce.

Il mistero si aggiunge al mistero quando la vittima si rivela essere un uomo che si credeva fosse morto molti anni prima. Trascinato controvoglia nell'indagine, il narratore è sconcertato dall'apparente inazione dell'enigmatico detective e turbato dagli eventi che si susseguono.

Questi iniziano a pesare sul suo benessere mentale ed egli sprofonda in uno stato di terrore, esacerbato da misteriosi avvenimenti nella baita in cui alloggia. Il suo disagio è così profondo che sente di dover lasciare l'isola.

Poi Krag gli promette di rivelargli la soluzione del mistero.