Il buon posto e la filosofia

Punteggio:   (4,5 su 5)

Il buon posto e la filosofia (A. Benko Steven)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro offre una serie di approfondimenti sullo show “The Good Place”, concentrandosi in particolare sulle prime due stagioni e sui temi filosofici che presentano. Sebbene sia ritenuto prezioso per comprendere a fondo la serie, ci sono opinioni contrastanti sulla sua efficacia come risorsa didattica.

Vantaggi:

Fornisce ottimi spunti di riflessione sulla serie, in particolare per una comprensione più approfondita. Molti lo trovano piacevole e una buona lettura, soprattutto per gli studenti di filosofia.

Svantaggi:

Non è il migliore per l'uso nei libri di testo, poiché manca la copertura dei principali filosofi etici. La qualità dei saggi non è omogenea, alcuni sono meno rigorosi. Si nota anche una duplicazione degli argomenti e un'eccessiva dipendenza dall'umorismo che sminuisce la profondità filosofica.

(basato su 4 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

The Good Place and Philosophy

Contenuto del libro:

The Good Place è una serie televisiva fantasy-comica sull'aldilà. Eleanor muore e si ritrova nel Posto Buono, che lei capisce essere un errore, visto che è stata tutt'altro che buona. Nel finale a sorpresa della prima stagione, si scopre che in realtà si tratta del Posto Cattivo, ma il demone che l'aveva progettato era frustrato, perché i personaggi non si sono torturati mentalmente a vicenda come previsto, ma sono riusciti a imparare a vivere insieme.

In The Good Place e la filosofia, ventuno filosofi analizzano diversi aspetti delle questioni etiche e metafisiche sollevate nello show, tra cui:

● Una punizione indefinitamente lunga può essere giustificata solo come metodo per migliorare i personaggi cattivi, non come punizione.

Gli individui possono mantenere la loro identità dopo centinaia di reboot?

Confrontando l'Induismo con The Good Place, possiamo concludere che l'Induismo ha azzeccato il cinque per cento delle cose.

Guardando a tutti gli eventi dello show, si deduce che gli esseri umani non hanno il libero arbitrio e quindi le persone vengono punite e premiate ingiustamente.

È un problema che la tortura sia rappresentata come divertente? Questo problema può essere risolto considerando la prospettiva limitata degli esseri umani rispetto a quella eterna dei demoni.

The Good Place implica che anche i demoni possono svilupparsi moralmente.

L'unico modo per spiegare come i personaggi rimangano gli stessi dopo la morte è supporre che i loro corpi reali siano stati trasportati nell'aldilà.

Poiché Chidi conosce tutte le teorie morali ma non riesce mai a decidere cosa fare, ne consegue che c'è qualcosa che manca in tutte queste teorie.

Lo spettacolo descrive un aldilà burocratico, quindi immutabile, quindi profondamente ingiusto.

Eleanor agisce d'istinto, senza pensare, mentre Chidi cerca di pensare a tutto e non riesce mai ad agire; insieme, questi due personaggi possono davvero agire moralmente.

The Good Place ci mostra che l'autenticità significa vivere per gli altri.

The Good Place è basato sull'opera teatrale No Exit di Sartre, con la sua famosa battuta “L'inferno sono gli altri”, ma in realtà sia No Exit che The Good Place ci informano che le relazioni umane possono redimerci.

In The Good Place, tutto ciò che gli esseri umani fanno è impermanente perché può essere riavviato, quindi gli esseri umani non possono realizzare nulla di buono.

I precetti morali di Kant dovrebbero essere universali, ma The Good Place ci mostra che può essere giusto mentire ai demoni.

Lo spettacolo solleva la questione se possiamo mai essere buoni se non facendo parte di una comunità virtuosa.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780812694765
Autore:
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Rilegatura:Copertina morbida

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)