Idioti americani: Musica outsider, arte outsider e filosofia dell'incompetenza

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Titolo originale:

American Idiots: Outsider Music, Outsider Art, and the Philosophy of Incompetence

Contenuto del libro:

A lungo provincia di intenditori, collezionisti, hipster ed eccentrici, la musica e l'arte dei margini hanno iniziato a farsi strada nel mainstream.

Kurt Cobain ha indossato magliette di Daniel Johnston prima di morire; Sufjan Stevens ha organizzato un concept album basato sul lavoro di Royal Robertson; un'illustrazione di Henry Darger è stata recentemente venduta all'asta per più di mezzo milione di dollari; la storia degli Shaggs è stata trasformata in uno spettacolo teatrale a Broadway. Ma al di là dei modi in cui si stanno ridisegnando i confini del mondo dell'arte, della critica musicale e persino del gusto popolare, sta diventando sempre più chiaro che le creazioni di artisti e musicisti che lavorano ai margini possono essere investite anche di un particolare tipo di significato filosofico.

American Idiots non è un libro di critica d'arte o musicale tradizionale né un'opera encomiastica scritta dalla prospettiva acritica di un fan. Piuttosto, sostiene che l'arte e la musica outsider pongono problemi filosofici significativi riguardo alla natura e al significato dell'incompetenza nelle arti. In particolare, si sostiene che alcuni particolari esempi di arte outsider incompetente possono essere considerati come la messa in scena di importanti problemi estetici ed etici relativi al fenomeno della responsabilità.

Rifacendosi a figure come Heidegger, Levinas e Simon Critchley, American Idiots esamina il lavoro di importanti artisti outsider e musicisti/compositori, esplorando come in ogni caso il loro lavoro sia investito di un significato filosofico che è legato direttamente alle sue carenze e mancanze. In ogni caso, l'incompetenza esibita ci fornisce indizi chiave sulla struttura fenomenologica dell'obbligo e della responsabilità.