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General Idea of the Revolution in the Nineteenth Century
Pierre-Joseph Proudhon sostiene qui la necessità della rivoluzione. La sua filosofia può essere applicata a qualsiasi società, ma nell'atmosfera di grandi sconvolgimenti politici della metà del 1800, la rivoluzione sembrava un destino per la Francia.
Proudhon attacca i rivoluzionari del passato per non essere riusciti a ottenere una vera trasformazione della società e propone alle generazioni future un nuovo percorso da seguire: lo smantellamento del governo. Al suo posto, egli immagina contratti sociali tra tutti i membri della società, in cui essi concordano scambi che sono interamente vantaggiosi per entrambe le parti. Nessuno deve soffrire.
Nessuno deve essere sfruttato da un altro. Una vera rivoluzione, utilizzando i principi di Proudhon, porterebbe a un'utopia anarchica.
Gli studenti di scienze politiche e filosofia, gli attivisti che lavorano per la giustizia sociale e coloro che sono stufi della corruzione del governo troveranno le sue argomentazioni stimolanti e istruttive. PIERRE-JOSEPH PROUDHON (1809-1865) è stato un filosofo politico francese che ha scritto molto sull'anarchia ed è stato il primo ad essersi definito anarchico.
Credeva che l'unica proprietà che l'uomo potesse possedere fosse quella da lui stesso creata e si opponeva al concetto comunista di proprietà di massa. Tra i suoi scritti più famosi ricordiamo Che cos'è la proprietà? (1840) e Sistema di contraddizioni economiche o filosofia della povertà (1846).
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)