Fathers in Victorian Fiction
Questo libro esamina il cambiamento del ruolo dei padri nel XIX secolo, visto nella vita e nella narrativa degli autori vittoriani.
La paternità subì un cambiamento senza precedenti durante questo periodo. La rivoluzione industriale portò il lavoro fuori casa per molti uomini, diminuendo il contatto tra i padri e i loro figli.
Tuttavia, la paternità continuava a essere vista come la massima espressione della mascolinità e il coinvolgimento nella vita dei figli era essenziale per essere un buon padre. Le aspettative contrastanti e frustranti nei confronti dei padri e la crescente disillusione nei confronti di altre autorità paterne, come la Chiesa e lo Stato, hanno prodotto ritratti memorabili dei padri da parte dei migliori romanzieri dell'epoca. I saggi di questo volume esplorano il modo in cui gli autori vittoriani (Brontes, Dickens, Gaskell, Trollope, Eliot, Hardy, Elizabeth Sewall e Mary Augusta Ward) hanno risposto a queste tensioni nella loro vita e nella loro narrativa.
Il severo cliché del padre vittoriano persisteva, ma era contrastato da padri fantasiosi, coinvolti, anche se difettosi, e da padri surrogati. Questo volume pone domande sulla paternità che sono ancora attuali: Cosa significa essere un buon padre? E, visto che la sfiducia nelle autorità patriarcali continua a crescere, esistono ancora fonti di autorità di cui ci si possa fidare?
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)