I molti canti

Titolo originale:

The Many Singings

Contenuto del libro:

In bilico su un cuscino da meditazione nel cuore della natura, Antoinette Voute Roeder ci trasporta nella "cuspide del mezzo". Le oche volano, i coyote emergono dai boschi, il cuore si solleva, cade e si solleva di nuovo.

Queste articolazioni musicali in cinque movimenti sono respiri d'anima dal luogo in cui nasce il linguaggio, dove il silenzio non è vuoto, ma vivo, sveglio. Le sue modulazioni del canto filtrano la vita di un poeta come attraverso l'occhio di un airone. -Susan McCaslin, autrice di Into the Mystic: My Years with Olga (Inanna, 2014) Queste poesie riflessive sono compatte ma sostanziose.

Si rivelano in molti strati.

Le fresche e delicate descrizioni di aironi, alberi, nuvole e altre meraviglie naturali sono allo stesso tempo tenere e spietate. La poetessa si indigna per la devastazione che l'avidità e il denaro hanno inflitto alla natura, ma è più di un "poeta della natura".

Alcuni brani sono penetranti rivelazioni di sé e, sebbene le parole sembrino ridotte, saltano fuori dalla pagina. La Roeder è un'abile scrittrice che non ha ceduto al dualismo "il meglio spirituale, il meno corporeo". Elogia l'incarnazione come "il migliore di tutti i doni".

L'ultima sezione dei Canti è impregnata di un senso di presenza sacra, mentre la scrittrice pone al centro il paradosso del mistero e del nome. Un lettore potrebbe sedersi accanto a una finestra, a guardare, mentre si leggono queste poesie. Il canto è un elogio dello sguardo.

"Nemmeno la poesia", ammette Roeder, "si avvicina allo sguardo". -Hannah Main-van der Kamp, autrice di Slow Sunday on the Malaspina Strait".