I martiri di Enrico VIII: Repressione, sfida, sacrificio

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Titolo originale:

Martyrs of Henry VIII: Repression, Defiance, Sacrifice

Contenuto del libro:

Quando Enrico VIII passò per Canterbury nel 1532, una giovane donna di circa venticinque anni di nome Elizabeth Barton, ampiamente venerata come veggente e profetessa, irruppe al suo cospetto e lo avvertì che era “così abominevole agli occhi di Dio da non essere degno di calpestare la terra consacrata”.

Due anni dopo, la stessa “Santa Pulzella del Kent” avrebbe subito un macabro destino a Tyburn e avrebbe scatenato un'ondata di sanguinosa repressione che avrebbe consumato non solo Sir Thomas More, ma anche altri due individui meno noti, i cui eccezionali sacrifici furono, probabilmente, ancora più convincenti. Uno era un chierico combattivo, rinomato per la sua integrità e per il suo intelletto, pronto a sacrificare sia la vita che la patria in difesa della regina Caterina d'Aragona e dell'antica religione; l'altro era un cortigiano trasformato in asceta, strappato al riparo del chiostro da una rivoluzione religiosa e politica, in cui non aveva molto interesse al di là dei dettami della sua coscienza.

Per questi tre individui unici, di estrazione, temperamento e motivazioni ampiamente contrastanti, riuniti in uno spartiacque critico della storia inglese da una causa e da un destino comuni, il cammino verso Tyburn fu lungo e doloroso, lastricato di paura, privazioni, vilipendio e intrighi.