Good Enough Job - Cosa guadagniamo quando non mettiamo il lavoro al primo posto

Punteggio:   (4,5 su 5)

Good Enough Job - Cosa guadagniamo quando non mettiamo il lavoro al primo posto (Simone Stolzoff)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro “The Good Enough Job” di Simone Stolzoff esplora il rapporto che gli individui hanno con il lavoro, mettendo in discussione l'idea che il lavoro debba definire la loro identità e il loro scopo. Attraverso storie coinvolgenti e ricerche esaustive, Stolzoff incoraggia i lettori a ripensare il loro approccio al lavoro e alla realizzazione personale, sostenendo la necessità di una vita equilibrata al di là degli obblighi professionali.

Vantaggi:

I lettori apprezzano il tono colloquiale del libro, le storie coinvolgenti e le perspicaci prospettive sull'equilibrio tra lavoro e vita privata. Molti trovano che sia fonte di ispirazione e di riferimento, in particolare per coloro che mettono in discussione la propria identità lavorativa. Anche il design visivo del libro è stato lodato, ed è stato riconosciuto per i suoi contenuti stimolanti che risuonano nelle varie fasi della carriera.

Svantaggi:

I critici notano che il libro presenta principalmente storie di persone con un background lavorativo prestigioso o con stipendi a sei cifre, il che potrebbe non essere adatto a tutti i lettori. Inoltre, viene percepito come orientato verso un pubblico più giovane o di neolaureati, lasciando potenzialmente distaccati i lettori più anziani o meno abbienti.

(basato su 130 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Good Enough Job - What We Gain When We Don't Put Work First

Contenuto del libro:

Superbo”. Oliver Burkeman'Una lettura incredibilmente propulsiva.

Vi sfiderà assolutamente, nel miglior modo possibile, a cambiare il vostro modo di pensare al lavoro.' Anne Helen Petersen'Un'analisi acuta della cultura del lavoro moderna'. Vauhini Vara “The Good Enough Job” ci ricorda che l'obiettivo più grande di tutti è vivere una vita di cui siamo felici e in cui il lavoro non è che una delle tante sfaccettature che ci rendono ciò che siamo. Un antidoto al movimento tossico #hustle che ci convince di trovare la realizzazione in ufficio, denuncia i pericoli di burnout legati a quelli di noi che non riescono a rispondere alla domanda: oltre il lavoro, cosa resta? Le conversazioni sul burnout sono salite in cima allo zeitgeist culturale, mentre il confine tra lavoro e non lavoro continua a sfumare.

Il burnout e il workaholism sono sintomi di una radice più profonda: la mancanza di separazione tra ciò che siamo e ciò che facciamo. Questo libro non è un credo contro la ricerca della realizzazione nel lavoro, né è a favore del trattamento del lavoro come un male necessario.

È una guida per sviluppare un rapporto più sano con il lavoro attraverso le storie di persone che ci sono riuscite. Sono storie che ci invitano a rivalutare ciò che ci rende felici e come possiamo lavorare per vivere, piuttosto che il contrario.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781529146301
Autore:
Editore:
Sottotitolo:What We Gain When We Don't Put Work First
Lingua:inglese
Rilegatura:Brossura
Anno di pubblicazione:2023
Numero di pagine:272

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)