Gli Stati degli hacker

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Titolo originale:

Hacker States

Contenuto del libro:

Come gli hacker e l'hacking sono passati dall'essere un bersaglio dello Stato a una risorsa chiave per l'espressione e il dispiegamento del potere statale.

In questo libro, Luca Follis e Adam Fish esaminano gli intrecci tra gli hacker e lo Stato, mostrando come gli hacker e l'hacking siano passati dall'essere un bersaglio delle forze dell'ordine statali a una risorsa chiave per l'espressione e il dispiegamento del potere statale. Follis e Fish ripercorrono gli sforzi del governo per controllare il potere di Internet.

Il perseguimento di hacker e leaker (compresi casi ben noti come Chelsea Manning, Edward Snowden e Anonymous).

E l'eventuale riabilitazione degli hacker che intraprendono un "hacking etico" per lo Stato. Analizzando l'evoluzione del rapporto dello Stato con l'hacking, i due autori sostengono che l'hacking sponsorizzato dallo Stato finisce per corrodere lo Stato di diritto e offrire vantaggi incontrollati a chi è al potere, spianando la strada a un governo più autoritario.

Follis e Fish attingono a una serie di metodologie e discipline, tra cui metodi etnografici e di archivio digitale provenienti da campi diversi come l'antropologia, gli STS e la criminologia. Propongono un nuovo quadro teorico di "lavoro di frontiera" per articolare l'approccio relazionale alla comprensione delle interazioni tra Stato e hacker, avanzato dal libro. Nel contesto degli eserciti di bot russi, dell'ascesa delle fake news e dell'opacità algoritmica, descrivono l'impatto politico delle fughe di notizie e degli hack, le collaborazioni degli hacker con i giornalisti alla ricerca della trasparenza e della responsabilità, l'uso sempre più evidente dell'estradizione nei casi di hacking e la privatizzazione degli hacker a pagamento.