Gli orfani di Davenport: L'eugenetica, la Grande Depressione e la guerra per l'intelligenza dei bambini

Punteggio:   (4,4 su 5)

Gli orfani di Davenport: L'eugenetica, la Grande Depressione e la guerra per l'intelligenza dei bambini (Marilyn Brookwood)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Le recensioni evidenziano “Gli orfani di Davenport” di Marilyn Brookwood come un'esplorazione avvincente e meticolosamente studiata dell'impatto dell'ambiente sull'intelligenza dei bambini, in contrasto con il movimento eugenetico dell'inizio del XX secolo. La narrazione segue i coraggiosi psicologi dell'Iowa che sfidarono le credenze prevalenti sull'ereditarietà e l'intelligenza, mostrando l'importanza di ambienti accoglienti per lo sviluppo dei bambini.

Vantaggi:

Il libro è ben studiato e coinvolgente, e fornisce spunti di riflessione sulla storia dell'eugenetica e sul suo impatto sui bambini. I recensori lodano l'abile narrazione dell'autore, le testimonianze di vita reale degli psicologi e l'importanza dei temi relativi alla natura contro l'educazione. È stato notato che la prosa è accessibile e illuminante, rendendo l'argomento attuale e di grande risonanza.

Svantaggi:

Alcuni recensori hanno espresso preoccupazioni specifiche su imprecisioni o affermazioni fuorvianti nel testo, in particolare per quanto riguarda le descrizioni di eventi e personaggi storici. Sono state espresse critiche sulla rappresentazione degli aspetti emotivi dell'assistenza come “cura” piuttosto che come “amore” e sulla rappresentazione dell'accuratezza dei test di intelligenza. Alcuni hanno trovato problematiche alcune scelte di formulazione e hanno indicato che il libro potrebbe evocare rabbia e frustrazione per le ingiustizie storiche che risuonano con le questioni attuali.

(basato su 22 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

The Orphans of Davenport: Eugenics, the Great Depression, and the War Over Children's Intelligence

Contenuto del libro:

"Condannate dalla nascita": così lo psicologo Harold Skeels descriveva due bambine dell'Iowa Soldiers' Orphans' Home di Davenport, Iowa, nel 1934. I loro punteggi del QI, sommati insieme, ammontavano a soli 81. Seguendo le convinzioni eugenetiche prevalenti all'epoca, Skeels e la sua collega Marie Skodak ipotizzarono che le bambine avessero ereditato la scarsa intelligenza dei genitori e fossero quindi inadatte all'adozione. Le ragazze furono inviate in un istituto per "deboli di mente" per essere accudite da donne "idiote". Con grande stupore di Skeels e Skodak, sotto le cure delle donne, i punteggi del QI delle bambine divennero normali.

Oggi considerata una delle più importanti scoperte scientifiche del XX secolo, la scoperta che l'ambiente influenza l'intelligenza dei bambini è stata anche una delle più aspramente contestate, e la sua storia non è mai stata raccontata. In The Orphans of Davenport, la psicologa e stimata storica Marilyn Brookwood racconta come un gruppo di giovani psicologi dell'Iowa degli anni Trenta abbia infranto il dibattito natura-versus-nurture e rovesciato le concezioni razziste e classiste a lungo accettate sullo sviluppo infantile.

Trasportando i lettori in uno Iowa rurale devastato dalle tempeste di polvere e dal collasso economico, Brookwood rivela quanto fosse profondamente improbabile che questa svolta venisse dalla Iowa Child Welfare Research Station. Finanziata dall'Università dell'Iowa e dalla Fondazione Rockefeller, sul modello delle stazioni agricole sperimentali americane, la Stazione dell'Iowa era praticamente sconosciuta, una zona periferica rispetto alle rinomate facoltà di psicologia di Stanford, Harvard e Princeton. Nonostante le sfide che dovettero affrontare, gli psicologi dell'Iowa replicarono l'aumento dell'intelligenza in altri tredici bambini "ritardati".

Quando Skeels pubblicò il suo incredibile lavoro, i principali psicologi americani - tutti eugenetici - attaccarono e condannarono le sue conclusioni. Il critico più accanito fu Lewis M. Terman, che sosteneva la sterilizzazione forzata delle donne a bassa intelligenza e il cui test del QI, ampiamente accettato, era minacciato dalla ricerca dell'Iowa. Terman e i suoi oppositori insistevano sul fatto che l'intelligenza fosse ereditaria e il loro prestigio fece sì che la ricerca venisse ignorata per decenni. È sorprendente che solo negli anni Sessanta una nuova generazione di psicologi abbia accettato il ruolo dell'ambiente nell'intelligenza e abbia contribuito a lanciare il moderno campo delle neuroscienze dello sviluppo.

Attingendo a una prodigiosa ricerca d'archivio, Brookwood rivendica i ricercatori dell'Iowa come intrepidi eroi e racconta in modo commovente le storie degli stessi orfani, molti dei quali in seguito hanno riconosciuto agli psicologi il merito di aver dato loro la possibilità di costruirsi una vita di successo. Una storia radiosa del potere e della promessa della scienza di migliorare la vita di tutti noi, Gli orfani di Davenport riporta alla luce una storia essenziale in un momento in cui la scienza razziale sta pericolosamente risorgendo.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781631494680
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina rigida
Anno di pubblicazione:2021
Numero di pagine:352

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)