Gli indiani d'America nell'arte britannica, 1700-1840

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Titolo originale:

American Indians in British Art, 1700-1840

Contenuto del libro:

Se chiedete a chiunque in tutto il mondo di identificare una figura in pelli di daino con un cappellino di piume, la risposta sarà "indiano". Molte opere d'arte prodotte da artisti non nativi hanno rispecchiato questo punto di vista limitato.

In American Indians in British Art, 1700-1840, Stephanie Pratt esplora per la prima volta una tradizione artistica che evitava la semplificazione e che invece ritraeva i popoli nativi in una luce sorprendentemente complessa. Nel corso del XVIII secolo, gli inglesi si allearono con le tribù indiane per contrastare la ribellione coloniale americana. In risposta, gli artisti britannici produssero una grande quantità di opere incentrate sugli indiani d'America.

Sebbene queste opere raffigurino i loro soggetti come selvaggi nobili o ignobili, rappresentano anche gli indiani come partecipanti attivi alla società contemporanea. Pratt colloca le opere artistiche nel contesto storico e traccia un movimento che va dall'astrazione, in cui gli indiani erano simboli piuttosto che persone vere e proprie, all'arte rappresentativa, che ritrae gli indiani come attori sul palcoscenico coloniale.

Ma Pratt sostiene anche che considerare queste immagini come semplici illustrazioni di eventi storici o di individui sarebbe riduttivo. In quanto opere d'arte, esse contengono caratteristiche formali e contenuti ideologici che ne sminuiscono il valore documentario.

Stephanie Pratt, membro della tribù dei Crow Creek Dakota Sioux, è docente senior di Storia dell'arte presso l'Università di Plymouth, Devon, Regno Unito.