Fideismo wittgensteiniano?

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Titolo originale:

Wittgensteinian Fideism?

Contenuto del libro:

Si tratta di una discussione estesa su questo argomento senza tempo di fede e ragione. Nel 1965 D Z Phillips pubblicò Il concetto di preghiera, uno dei suoi primi libri e la prima volta che l'influenza del pensiero di Wittgenstein nella filosofia della religione fu veramente esposta.

Due anni dopo, nel 1967, Kai Nielsen pubblicò il suo famoso articolo "Wittgensteinian Fideism" sulla rivista Philosophy. I rispettivi lavori filosofici si sono sviluppati nel corso degli anni, e Phillips è diventato noto come il principale sostenitore della filosofia wittgensteiniana della religione (la filosofia di Wittgenstein prevedeva che il linguaggio avesse un significato limitato a meno che non si comprendessero le regole del gioco per decifrare la struttura sottostante al linguaggio. D Z Phillips lo mette in relazione con la teologia e la fede religiosa.

(Nielsen ha sottolineato che, applicando la ragione alla fede religiosa, si elimina la rilevanza della fede stessa. Se Dio può essere dimostrato, perché preoccuparsi di una fede? ) Per Phillips il termine "fideismo wittgensteiniano" (la convinzione che fede e ragione siano separate e che la fede possa essere raggiunta solo attraverso la negazione di alcune verità razionali) fa più male che bene, poiché per lui travisa e devia dalle principali questioni logiche riguardanti il linguaggio e la realtà nell'opera di Wittgenstein.

Per Nielsen, il fideismo wittgensteiniano costituisce la più potente sfida contemporanea al naturalismo secolare. Qualunque sia la posizione del lettore nella disputa, c'è molto da imparare dagli scambi al suo interno.