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Polkadot Wounds
Polkadot Wounds ci porta a casa la gioia, la frustrazione, l'inquietudine e la continuità del tentativo di vivere una vita umana connessa nel nostro tempo. La pratica poetica di Capildeo è sempre fiorita come parte di una conversazione con altri scrittori (vivi e morti) e con altre persone.
In questo caso, i viaggi e il lavoro su commissione hanno prodotto riflessioni di scorcio su eventi e incontri. Il titolo della raccolta è tratto da una frase della poesia di apertura, commissionata dal Charles Causley Trust e ispirata alle pietre del castello normanno in rovina di Launceston, nonché alle ferite raffigurate nella statua in legno color miele del martire locale, San Cuthbert Mayne. La collezione si compone di tre sezioni.
La prima sezione pensa attraverso e con i paesaggi, utilizzando l'ortografia precedente "landskips" per invocare le tradizioni della scrittura di viaggio in lingua inglese e l'idea giocosa di saltare. Queste poesie spaziano dal ricordo dei giorni in cui si chiamava la famiglia all'estero da una cabina telefonica appesa a un muro, fino alle infestazioni di Dorothy Wordsworth in ambienti nordici e scozzesi.
La seconda sezione si basa sulla Divina Commedia di Dante Alighieri. Qui i sogni, il dolore e l'occasionale irruzione della gioia appaiono come con la coda dell'occhio, mentre altre scene si svolgono in modo più puntuale. Questa seconda sezione è influenzata dalle morti premature, sia durante la pandemia che nelle comunità queer e d'oltreoceano.
La terza sezione si occupa delle trasformazioni dell'io. Salta con la gioia acquatica di una lontra e si chiede se ci sono cani in paradiso, mentre tocca con più serietà le questioni della corporeità.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)