Ferita autoinflitta Sconfitta alleata a Creta, maggio 1941

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Titolo originale:

Self-Inflicted Wound Allied Defeat in Crete, May 1941

Contenuto del libro:

I fallimenti della leadership nella difesa di Creta furono fattori essenziali che contribuirono alla sconfitta alleata sull'isola nel maggio 1941. I tedeschi sembravano inarrestabili durante le prime fasi della Seconda Guerra Mondiale. Le inesperte forze alleate erano disposte a combattere, ma la sensazione era che i tedeschi fossero troppo potenti. La sconfitta divenne una conclusione scontata. La difesa a tutti i costi non sembrava più praticabile. La ritirata e l'evacuazione sembravano quasi un luogo comune nella strategia alleata. Gran Bretagna e Germania avevano individuato fin dall'inizio della guerra l'importanza strategica dell'isola di Creta per condurre le operazioni militari nel Mediterraneo. Dal punto di vista operativo, gli inglesi mantenevano la supremazia navale nel Mediterraneo, mentre la Luftwaffe tedesca dominava i cieli. Gli Alleati iniziarono a difendere Creta nel novembre 1940. Tuttavia, il Comando del Medio Oriente si impegnò poco nella difesa dell'isola e cambiò i comandanti delle forze di Creta su base mensile. L'intelligence alleata scoprì i dettagli del piano d'invasione tedesco per Creta. In un ultimo sforzo, le forze evacuate dalla Grecia furono inviate a Creta per rafforzare le difese. Questo portò il numero totale di difensori alleati a 42.500 per respingere un assalto nemico stimato in 5.000 uomini. Il piano tedesco per l'occupazione di Creta, l'Operazione MERCURY, prevedeva l'impiego di alianti e dei paracadutisti d'élite di Hitler per condurre la più grande operazione aerea mai realizzata.

Il piano prevedeva l'impiego di 22.000 uomini e 1280 aerei contro una forza nemica erroneamente stimata in 5.000 uomini. Il successo di questo piano si basava sulla sorpresa e sulla possibilità per i paracadutisti di assicurarsi uno dei tre campi d'aviazione dell'isola, in modo da poter far arrivare i rinforzi. Il comandante della forza di Creta, riluttante, ha dato il via ai fallimenti di leadership dei comandanti subordinati. L'invasione iniziò la mattina del 20 maggio 1941. I tedeschi subirono pesanti perdite. Alla fine del primo giorno di combattimenti, erano a corto di munizioni e gli Alleati mantenevano il controllo dei campi d'aviazione. Tuttavia, il comandante del battaglione che difendeva il campo d'aviazione di Maleme, privo di comunicazioni e di consapevolezza della situazione, non era a conoscenza del successo della sua unità e quella notte ordinò erroneamente il ritiro dal campo d'aviazione. I tedeschi occuparono il campo d'aviazione al mattino e arrivarono i rinforzi. La notte del 21 maggio gli Alleati condussero un attacco per riprendere il campo d'aviazione, ma la scarsa leadership alleata a livello di brigata e di divisione ne causò il fallimento. Di conseguenza, i tedeschi riuscirono ad ammassare la potenza di combattimento sull'isola e a sconfiggere gli Alleati. I difensori erano più numerosi degli attaccanti di quasi 2 a 1, conoscevano il piano d'invasione e si erano difesi di conseguenza. A detta di tutti, gli Alleati avrebbero dovuto sconfiggere i tedeschi e in effetti ci sono andati molto vicini. Tuttavia, le carenze della leadership alleata offrirono ai tedeschi opportunità che furono rapidamente sfruttate.

Di conseguenza, furono in grado di sconfiggere gli Alleati in 12 giorni. Il fallimento della leadership alleata, e non la schiacciante potenza di combattimento tedesca, fu responsabile della sconfitta alleata a Creta.