Farsi strada nel mondo: L'eredità duratura dei dagherrotipi di Zealy

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Farsi strada nel mondo: L'eredità duratura dei dagherrotipi di Zealy (Ilisa Barbash)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Le recensioni presentano una visione polarizzata del libro, con elogi significativi per i suoi contributi scientifici e le sue intuizioni in un contesto storico preoccupante, ma anche critiche schiaccianti riguardo alle preoccupazioni etiche legate allo sfruttamento delle immagini degli individui schiavizzati senza il consenso dei loro discendenti.

Vantaggi:

Il libro è stato lodato per la sua ricerca approfondita e per il suo approccio multidisciplinare, che fornisce nuovi spunti di riflessione sulla vita dei suoi soggetti.
Presenta contributi impressionanti da parte di una varietà di studiosi ed è descritto come ben costruito.
Alcuni recensori sottolineano la sua importanza nell'affrontare narrazioni storiche condivise e nel favorire la comprensione.

Svantaggi:

Molti recensori esprimono indignazione etica, accusando Harvard di trarre profitto dall'eredità degli individui ridotti in schiavitù senza il consenso dei loro discendenti.
La qualità della riproduzione delle immagini nel libro è stata criticata come scarsa, con immagini descritte come piccole e confuse.
Alcuni lettori hanno notato che il libro non conteneva tutte le fotografie che si aspettavano e altri lo hanno descritto come una lunga tesi di laurea piuttosto che una pubblicazione visivamente ricca.

(basato su 11 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

To Make Their Own Way in the World: The Enduring Legacy of the Zealy Daguerreotypes

Contenuto del libro:

To Make Their Own Way in the World è una profonda riflessione su alcune delle immagini più impegnative della storia della fotografia: quindici dagherrotipi di Alfred, Delia, Drana, Fassena, Jack, Jem e Renty, uomini e donne di origine africana ridotti in schiavitù nella Carolina del Sud. Fotografati da Joseph T.

Zealy per il professore di Harvard Louis Agassiz nel 1850, sono stati riscoperti al Peabody Museum di Harvard nel 1976. Questo innovativo volume multidisciplinare presenta saggi di importanti studiosi che esplorano temi quali l'identità delle persone ritratte nei dagherrotipi, lo stretto rapporto tra fotografia e razza e le narrazioni visive della schiavitù e dei suoi effetti duraturi.

Con oltre duecento illustrazioni, tra cui una nuova fotografia di Carrie Mae Weems, questo libro inquadra i dagherrotipi Zealy come opere di urgente impegno. Pubblicato da Aperture e Peabody Museum Press.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781597114783
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina rigida
Anno di pubblicazione:2020
Numero di pagine:448

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)