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Titolo originale:
We Make Pictures in Order to Live: Aperture 250
Contenuto del libro:
Questa primavera la rivista Aperture presenta il numero 250, “We Make Pictures in Order to Live”, che esplora il rapporto tra fotografia e narrazione attraverso le generazioni e le geografie. Con storie visive che emozionano, sorprendono e illuminano la vita quotidiana, il titolo di questo numero fa riferimento alla celebre scrittrice Joan Didion, che ha dichiarato: “Ci raccontiamo storie per vivere”. “I collaboratori di Aperture esplorano la tranquilla poesia - o il clamoroso disordine - del quotidiano, e testimoniano che fare fotografie è un modo di essere vivi.
In un ampio saggio introduttivo, Brian Dillon si chiede come potremmo vedere Didion attraverso la fotografia e quali immagini ci vengono in mente quando pensiamo alla sua scrittura. Thessaly La Force traccia il profilo di Bieke Depoorter, che vede la fotografia documentaria sia come un esercizio di ascolto che come una forma di indagine, confondendo i confini tra autorialità, finzione e verità. Alistair O'Neill fa il punto sulla vibrante documentazione di Nick Waplington sulle sottoculture di entrambe le sponde dell'Atlantico. Lena Fritsch scrive della “squisita creazione di mondi” della pratica collaborativa del fotografo Eikoh Hosoe. Tiana Reid riconsidera i vividi ritratti di metà secolo di Charles “Teenie” Harris sulla vita dei neri a Pittsburgh, molti dei quali sono pubblicati per la prima volta in questo numero.
Tra i portfolio, Casey Gerald parla delle immagini di Adraint Bereal che ritraggono l'agonia e l'estasi di essere uno studente universitario nero negli Stati Uniti di oggi. Yvonne Venegas cerca i fantasmi della famiglia nel paesaggio messicano, che il poeta e romanziere Daniel Saldaña París descrive come “un esercizio di libertà e intelligenza”. “Kamayani Sharma analizza le immagini di Gauri Gill di una mascherata comunitaria nello stato indiano del Maharashtra e il suo potenziale di invertire le dinamiche di potere insite nel vedere e nell'essere visti.
Durga Chew-Bose medita sulle fotografie di Mary Manning - anch'esse presenti in copertina - e sulla loro sensibilità poetica nei confronti della storia e del quotidiano. Per Endnote, Aperture pone sei domande al pittore Jordan Casteel.
In The PhotoBook Review - incluso in ogni numero di Aperture - Bruno Ceschel parla del suo lavoro con il fotografo, libraio ed editore Alejandro Cartagena. Lou Stoppard recensisce un trio di libri fotografici sugli spazi domestici e i redattori di Aperture recensiscono una serie di pubblicazioni recenti.
