Europa centro-orientale e comunismo: Politica, cultura e società, 1943-1991

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Titolo originale:

East Central Europe and Communism: Politics, Culture, and Society, 1943-1991

Contenuto del libro:

I comunisti dell'Europa centro-orientale sono saliti al potere con la promessa di realizzare un'autentica uguaglianza, prestando particolare attenzione alla parità tra i sessi, di costruire l'industria e creare società prospere e di utilizzare la musica, l'arte e la letteratura per promuovere gli ideali socialisti. Invece, non sono mai riusciti a riempire più di un terzo delle loro legislature con donne e non sono stati in grado di fare progressi significativi contro le radicate visioni patriarcali; hanno ritenuto necessario (con la sola eccezione dell'Albania) affidarsi pesantemente ai crediti per costruire le loro economie, portandole alla fine alla bancarotta; e lo sforzo di strumentalizzare le arti si è arenato nella maggior parte della regione già nel 1956 e, in Jugoslavia, nel 1949.

Il comunismo si basava sulla pianificazione, sul controllo e sulla politicizzazione. Ad eccezione della Jugoslavia dopo il 1949, i comunisti cercarono di pianificare e controllare non solo la politica e l'economia, ma anche i media e l'informazione, le organizzazioni religiose, la cultura e la promozione delle donne, che intendevano in primo luogo mettere le donne al lavoro.

Ispirandosi al lavoro pionieristico di Robert K. Merton sulla teoria funzionalista, questo libro mostra come le politiche comuniste siano state ripetutamente minate da conseguenze non volute e da vere e proprie disfunzioni.