Estetica dei beni comuni

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Titolo originale:

Aesthetics of the Commons

Contenuto del libro:

Che cosa hanno in comune un server femminista, uno spazio d'arte situato in un parco pubblico nel nord di Londra, una cosiddetta biblioteca pirata di alto valore culturale ma di dubbio status legale e una scuola d'arte che enfatizza la collettività? Dimostrano tutti che l'arte svolge un ruolo importante nell'immaginare e produrre un reale molto diverso da quello attualmente egemone e che l'arte ha la possibilità non solo di immaginare o proclamare idee in teoria, ma anche di realizzarle materialmente. Aesthetics of the Commons esamina una serie di progetti artistici e culturali - tratti da ciò che si può vagamente definire il (post)digitale - che raccolgono questa sfida in modi diversi.

Ciò che li accomuna, tuttavia, è che tutti hanno un doppio carattere. Sono arte nel senso che si pongono in relazione ai sistemi culturali e artistici (occidentali), sviluppando posizioni discorsive ed estetiche, ma, allo stesso tempo, sono operativi in quanto creano ambienti ricorsivi e risorse liberamente disponibili i cui usi superano questi sistemi.

Il primo aspetto solleva domande sul tipo di estetica che si sta incarnando, il secondo crea una relazione con il concetto più ampio di beni comuni. In Estetica dei beni comuni, i beni comuni non sono intesi come un insieme fisso di principi a cui attenersi per rientrare in una definizione, ma piuttosto come uno strumento di pensiero: in altre parole, l'interesse del libro risiede in ciò che può essere reso visibile applicando il quadro dei beni comuni come strumento euristico.